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Messaggio Da Camperfree Mer 22 Giu 2011, 08:03

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TESTO E FOTO DI UMBERTO CAVAGGION

Venerdì 31/07/09 Dopo aver visitato l’estremo ovest (Portogallo) nel 2008 fin dalla scorsa estate avevamo iniziato ad ipotizzare il viaggio 2009 verso l’est europeo e la Turchia.- Mesi dopo mesi l’idea si è concretizzata e oggi ci incontriamo con Paolo e famiglia all’area di servizio Bazzera sulla tangenziale di Mestre per dare il “via” ufficiale alle 17 al lungo trasferimento che avrà come prima ambita mèta Istanbul.
Cogliamo l’occasione per acquistare qui la vignette (15 €) valida per il transito sulle autostrade slovene.
Alla confluenza della tangenziale con il nuovo passante incappiamo subito in un grosso rallentamento causato dal traffico piuttosto intenso : perdiamo circa 15 minuti ma poi senza altri intoppi raggiungiamo Trieste e iniziamo l’autostrada in direzione di Lubiana alla cui altezza ci fermiamo per una cena veloce presso un ‘area di servizio.
Nel proseguimento perdiamo quasi un’ora in una coda causata da un restringimento di carreggiata per lavori stradali e poi un’altra attesa di circa 30 minuti alla frontiera slovena croata per il controllo dei documenti.
E’ calata la notte ma proseguiamo ancora e dopo aver pagato 1€ per il pedaggio lungo la tangenziale di Zagabria, ci fermiamo verso l’1,00 in un’area di servizio poco oltre la capitale croata.
Realizziamo subito che non sarà un riposo tranquillo : troppo rumore di tir e auto in continuo movimento ma l’ora tarda ci consiglia di sostare.
Abbiamo percorso 509 km.

Sabato 01/08/09 Al risveglio l’impressione è di avere dormito in mezzo ad una rotatoria!
Riprendiamo di buon’ora il tragitto in autostrada che segna quasi da confine tra Croazia e Bosnia fin quasi al confine con la Serbia (autostrada 22 € da Zagabria al confine).
Alle 10 circa siamo fermi a circa 4 km. dalla dogana : la colonna si muove più lentamente che a passo d’uomo tanto che gli automobilisti risparmiano carburante spingendo a mano le vetture, cosa che noi non possiamo permetterci .
Le auto sono quasi tutte con targa tedesca e olandese ma l’abbigliamento dei passeggeri fa chiaramente intendere che sono turchi di ritorno al Paese natio per le vacanze estive. Il controllo doganale, soprattutto da parte serba, è piuttosto pignolo e in tutto “perdiamo” circa 4 ore.
Per fortuna che pur essendo una bella giornata di sole un fresco venticello ci ha reso molto sopportabile l’attesa.
Espletate le timbrature ai passaporti poco oltre si incontra la barriera autostradale per Belgrado (costo 11,50 €) e, dopo avere percorso la trafficata tangenziale della capitale serba che passa piuttosto in zona centrale e supera il fiume Sava con un’impressionante vista di degrado e baraccopoli sulla destra – iniziamo l’autostrada Belgrado-Nis che ci costerà ben 24 €.
Appena oltre Nis sostiamo per la cena in uno sterrato a fianco della carreggiata: comincia la sera ma, ancora abbastanza “freschi” ci ripromettiamo di raggiungere la frontiera bulgara contando data l’ora notturna di non trovare eccessiva attesa.
I circa 100 km da percorrere sono molto tortuosi all’inizio con strada che presenta molte gallerie tuttavia il traffico abbastanza scarso ci permette una discreta media ed alle 22,30 circa siamo in coda alla fila di circa 1 km. alla frontiera serbo-bulgara.
Ci mettiamo tranquilli anche perché la frescura della sera ritempra un po’ le energie.
Per circa 1 ora tutto resta ordinato su 2 file ben definite ma poi, la gente ha cominciato a spazientirsi per la lentezza burocratica dei doganieri serbi che è sembrata anche a noi quasi “provocatoria” e i clacson hanno iniziato a lavorare a tutto spiano.
Questa manifestazione di insofferenza si è rivelata deleteria in quanto i controlli doganali si sono ulteriormente irrigiditi ; ad un certo punto, quasi a un comando prestabilito, tutte le auto tedesche/turche in coda dietro di noi hanno risalito la fila a destra e a sinistra per guadagnare posizioni e questo ha creato un intasamento biblico! Solo verso le 3 di notte (dunque dopo circa 5 ore!) abbiamo guadagnato l’ attenzione del doganiere serbo che con calma serafica e dopo aver ispezionato l’interno del camper ci ha posto i timbri sui passaporti.
Non bastasse, alla successiva barriera bulgara posta in una situazione estremamente infelice, in salita e con un varco molto stretto tanto da dover chiudere lo specchietto retrovisivo esterno, ciò nonostante ho sfiorato con la fiancata lo specchietto di un’auto ferma al mio lato : questo ha scollato in modo insignificante lo specchietto dell’auto ma l’automobilista polacco/turco ha cominciato a sbraitare chiedendomi i danni e il nr. di carta di credito per il rimborso , minacciando di chiedere l’intervento della Polizia.
Non riuscendo a convincerlo che il danno era estremamente irrisorio ho accettato che chiamasse la Polizia che, ammesso sia stata effettivamente contattata per telefono non si è certo fatta vedere e “l’amico” se n’è andato imprecando.
Abbiamo avuto la netta sensazione che cercasse di spillare denaro……
La lunga attesa e la successiva discussione ci hanno fatto sparire ogni traccia di stanchezza e i circa 60 km. che portano alla periferia di Sofia li abbiamo divorati in poco tempo , pur restando in campana per le frequenti pattuglie di polizia munite di tele laser.
Alla periferia della capitale bulgara abbiamo trovato ad un semaforo sulla sinistra le prime indicazioni per Istanbul : abbiamo percorso un paio di km. ma viste le condizioni della strada adatte ad un rally e pensando di avere con il buio pressoché totale della zona sbagliato strada, abbiamo invertito la marcia e questo ci ha consentito di passare per il centro di Sofia davanti al palazzo dell’Opera e ai palazzi ministeriali.
Tra l’altro ad un distributore aperto abbiamo acquistato la vignette autostradale (circa 10 € con c.c. dato che non hanno voluto euro).
Imboccata l’autostrada per Plovdiv ci siamo finalmente fermati verso le 4,15 di mattina in una grande area di servizio con una attività commerciale aperta tutte le 24 h.
Questa interminabile giornata, per vari motivi, si chiude con una percorrenza di 741 km. per un totale progressivo di 1.250 km. dalla partenza.

02/08/09 Pochissime ore di sonno ristoratore in un contesto che si e rivelato tranquillo. Il viaggio dunque riprende di buon’ora e l’autostrada termina all’altezza di Plovdiv. La strada prosegue attraversando piccoli paesi e sull’uscio delle case modeste ci sono varie persone che vendono piccole forme di formaggio che deve essere la specialità del posto , oltre a frutta e verdura.
Il paesaggio è monotono e la strada si snoda tra campi e piccoli centri piuttosto dimessi.
Alle 12 siamo in prossimità del confine bulgaro-turco e con piacere constatiamo che la fila di attesa è estremamente contenuta in quanto, evidentemente, il grosso dei turchi rientranti in patria è transitato in nottata o nelle primissime ore del mattino. Veniamo “analizzati” per verificare eventuali ns. casi di influenza suina (o aviaria) in atto, e dopo il controllo dei documenti ns. e del camper e l’iscrizione del mezzo sul mio passaporto, dopo un’attesa di “soli” 45 minuti , ci si spalancano le porte della tanto agognata Turchia. Immediatamente alla ns. destra vediamo una coreografica piccola bianca moschea. L’autostrada che dalla frontiera porta ad Istanbul presenta una buona condizione di asfalto e dopo pochi km. troviamo un’area di sosta con possibilità di carico-scarico acqua e wc per lo scarico delle nere; ne approfittiamo subito per avere i serbatoi pronti a sostenere la sosta nel parcheggio di Istanbul che, come sappiamo, non è dotato di servizi.
In avvicinamento alla immensa città il traffico aumenta considerevolmente e l’attenzione alla guida deve essere massima in quanto i turchi sono piuttosto stravaganti nel condurre i veicoli e per loro sorpassare a sinistra o a destra è la medesima cosa. Il tratto autostradale dalla frontiera ci costa solo 4 €.- Seguiamo lentamente l’intenso flusso veicolare fino allo svincolo per l’aereoporto e poi cerchiamo le indicazioni per Sultanahmet-Topkapi che , naturalmente, perdiamo subito di vista.
Finalmente troviamo il lungo mare Kennedy Caddesi ma, evidentemente, giriamo a sinistra un po’ prima del dovuto : insomma abbiamo girato ben bene il Corno d’oro (abbiamo chiesto anche l’aiuto di un tassista) , siamo transitati anche vicinissimo al ns. ambito parcheggio ma solo le indicazioni di alcuni camperisti romani ci ha dato le dritte per giungere alla ns. ormai agognata mèta.
Per raggiungere il parcheggio è necessario percorrere il viale Kennedy Caddesi fin sotto quasi la collina del Topkapi e al semaforo girare a sinistra, passare sotto il ponte della ferrovia e percorrere la strada Aksakal Sokak e dopo 100 mt. tenere sulla destra la strada in salita Kukuk Ayasofya a senso unico. Al termine tenere sempre a destra sulla strada molto stretta e si raggiunge il parcheggio le cui coordinate GPS dovrebbero essere N 41°00'.16.00 E 28°58'40,43.
L’area può riservare una sosta a 10-15 camper, non di più, in quanto il resto è riservato alle auto.
Non c’è molto spazio tra un mezzo e l’altro e l’ambiente non è granchè ma la location è situata a poche centinaia di metri dalla moschea blu e offre un piccolo panorama sul Bosforo . Il parcheggio ci costa 40 lire turche al giorno (circa 20 €).
All’imbrunire sentiamo per la prima volta la preghiera del muezzin sparata dagli altoparlanti della moschea ed è veramente un’emozione. Stanchi ma soddisfatti andiamo a riposare, confortati anche dalla temperatura che è diventata ideale : abbiamo percorso oggi 516 km. Per un totale parziale progressivo di km. 1.766.

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03/08/09 Dopo il tour de force dei 2 giorni di viaggio il sonno non poteva essere che ristoratore pur se “disturbato” dalla preghiera del muezzin recitata ad alto volume all’alba.
Sole cocente ma sopportabile grazie ad una leggera brezza. Dopo avere prelevato 300 lit. da un bancomat ci dedichiamo di prima mattina alla visita del Topkapi e dell’Harem (20+15 lit a persona) senza peraltro dover prenotare un orario di visita per quest’ultimo.
Non mi dilungo sulla bellezza degli interni ma sulla bella veduta del Bosforo da una grande terrazza panoramica.
La visita porta via quasi tutta la mattinata e la passeggiata verso il porto non fa altro che accrescere l’appetito e decidiamo di pranzare all’aperto di un ristorante trovato lungo la strada : abbiamo preso un grande vassoio unico con carne, riso, verdure e yogurt turco molto abbondante che abbiamo faticato a finire, per una spesa, bibite comprese, di 100 lit. tot. per 6 persone. Pomeriggio trascorso visitando il bazar delle spezie ed il gran bazar e per finire una visita alla moschea Yeni Camil nei pressi del ponte di Galata.

04/08/09 Seconda giornata calda dedicata principalmente alla visita della Moschea Blu e di Ayasofya (per quest’ultima entrata 20 lit. a persona) ed a una lunga passeggiata fatta nei giardini sotto le mura del Topkapi e lungo la strada che costeggia il porto.
Nel primo pomeriggio rientro ai camper per una robusta pastasciutta e partenza per…. l’Asia.
Ci immettiamo nel traffico intenso con direzione autostrada e poi ci incolonniamo nella corsia che attraversa il ponte di Fatih sul Bosforo ed è stato entusiasmante vedere il cartello di benvenuto in Asia !
Subito un problema : ce l’avevano detto (vero Gigione ?) ma ci abbiamo sbattuto il naso…. Per fare il ponte era necessario premunirsi di una tessera autostradale pre-pagata per consentire di superare la barriera : io mi sono piantato davanti alla sbarra e solo la cortesia di un signore che in cambio di un paio di lit. mi ha aiutato usando la sua tessera, mi ha consentito di superare l’ostacolo. Paolo invece che era più indietro, realizzando l’impiccio, si è subito recato al presente box per acquistare la scheda necessaria e quindi evitando i miei problemi.
La prima parte del tratto asiatico passa tra i quartieri periferici della metropoli, tra agglomerati di enormi condomini, vediamo tra l’altro le indicazioni per il circuito di F1 , ed un traffico molto intenso anche e soprattutto di autotreni.-
Dopo un tratto interno l’autostrada E80 costeggia a lungo la parte più orientale del mar di Marmara e quindi all’altezza del lago Sapanca , Paolo propone di cercare un campeggio e per questo motivo usciamo ed il casellante ci indirizza al paese da cui prende nome il lago dove dovrebbe esserci un campeggio. Noi non troviamo nulla ma, transitando, siamo attirati dai gestori di un piccolo bar che ci offrono di sostare nel loro “camping” : siamo all’ombra di alti alberi, ci danno luce (con un attacco volante), acqua da un lavandino obliquo e precario e la possibilità di scaricare le acque nere nei bagni, peraltro decorosi.
Il tutto per 20 lit a camper : ci adattiamo, e fatta la doccia in camper, ci sistemiamo all’aperto sotto i tendalini per la ns. prima cena comunitaria del viaggio. Il ns. tragitto pomeridiano è stato di soli 142 km. per un totale progressivo di 1.908 km.

05/08/09 Notte tranquillissima e molta umidità alla partenza. Rientriamo in autostrada in direzione Gerede e percorriamo dopo tanta monotona pianura , un bel tratto montano per poi riscendere verso Gerede dove al casello (solo 8 lit. di pedaggio) l’addetto ironizza sugli Italiani ed in particolare… Berlusconi. Dopo Gerede la strada nr. 100 sale nuovamente e troviamo una stupenda posizione di sosta-pranzo presso un’area di servizio : ci sono vari gazebo in legno con tavoli e panchine il tutto è nuovissimo – e all’ombra e con un bel panorama davanti verrebbe voglia di star fermi un bel pezzo… ed invece dobbiamo andare : la strada prosegue con percorso altalenante fino al bivio, poco oltre la località di Deresoplan , che a sinistra porta in direzione di Karabuk e Saframbolu : ci sono circa 50 km. sulla strada 755 tutti in leggera discesa e con asfalto molto rugoso e quindi rumoroso e più si scende dall’altopiano più si avverte un senso di soffocamento a causa del caldo intenso e quando transitiamo per Karabuk e le sue ciminiere inquinanti pare proprio di essere all’inferno. Pochi altri km. ci fanno raggiungere la parte nuova di Saframbolu e, passando il centro, dopo aver percorso un breve tratto ripido di salita , troviamo in discesa sulla destra l’Otopark Fisini : ci chiede 15 lit a camper per la sosta fino al mattino successivo, senza peraltro alcun tipo di servizio. Aspettiamo, fortunatamente all’ombra, che il sole si abbassi un po’ prima di andare in paese . Il centro è a pochi passi, apprezziamo le case ottomane che fanno di questo luogo un patrimonio dell’Unesco ed entriamo per una birra fresca al caravanserraglio Cinci Han risalente al XVII° secolo, ora convertito in un bel ristorante. Molti negozietti e bancarelle nelle strette stradine del paese.
La sera il clima diventa fresco e, nonostante le perplessità iniziali , anche la temperatura all’interno del camper è piacevole.
Percorsi altri 280 km. che portano il tot. a km. 2.188 da casa.


06/08/09 Altra giornata di sole e per evitare il prevedibile gran caldo ci mettiamo in marcia presto e ripercorriamo a ritroso la strada fatta ieri pomeriggio fino al bivio con la strada nr. 100.
Prendiamo la direzione per Samsun e per moltissimi km. troviamo lavori in corso dovuti alla creazione del raddoppio della carreggiata che è per un buon tratto solo da asfaltare ma evidentemente per non so quali ragioni, qui prima di posare il bitume per il tratto finito attendono di avere completato l’opera.- Se non fosse per le precarie condizioni della strada il paesaggio non sarebbe male, con begli scorci sull’immenso altopiano di Ilgaz e attraversando il paese di Kursunlu ci sono innumerevoli buche, tanto da fare pensare ad un bombardamento appena terminato……
Ci affidiamo al supporto delle care e vecchie carte stradali (il ns. Garmin non ha le mappe della Turchia) e per raggiungere Hattusa ed il “Regno degli Ittiti” all’altezza del paese di Tosya prendiamo la strada secondaria nr. 775 che fin da subito si presenta stretta ma dal traffico quasi inesistente dopo pochi km. comincia ad inerpicarsi sul monte con pendenze fin oltre il 10% e tornanti stretti.
Usiamo le marce basse per non far soffrire il motore e per non aumentare la temperatura del liquido refrigerante : finalmente dopo una dozzina di km. si arriva in cima al passo Iurbe Geridi che sfiora i 1.700 mt. di quota . Ci fermiamo per una sosta doverosa a contemplare il panorama infinito che da questa altezza si può ammirare.
La strada ora scende in picchiata ed incontriamo parecchi tratti con frane recenti fino al paese di Iskilip dove ns. malgrado non troviamo da parcheggiare e pertanto siamo costretti a pranzare sulle sponde di un lago artificiale che incontriamo più avanti.
Dopo Iskilip - strada 180 per Corum.
Da qui si va verso sud –ovest lungo la strada 785 verso Sungurlu poco prima della quale a sinistra si trovano le indicazioni per Alaca Hoyuk ed il suo sito archeologico dove arriviamo percorrendo strade secondarie tra accampamenti/tendopoli di curdi. Troviamo da parcheggiare all’ingresso del piccolo museo ( 4 lit. cad. di ingresso) e del relativo sito tra lo stupore di alcuni bambini che si aggirano curiosi tra i camper.
Mi si rompe la serratura del frigo che non riusciamo ad aprire. Solo la grande manualità di Paolo per questi lavori mi risolve il problema che per le mie capacità sarebbe stato insormontabile…. In fase di ripartenza un signore chiede a Paolo dove siamo diretti e saputo della ns. direzione verso Hattusa (oggi il nome moderno è Bogazkoy) chiede un passaggio che, dopo un attimo di perplessità, gli viene concesso. Dice di lavorare per gli scavi archeologici e ci accompagna direttamente al parcheggio del ristorante Baskent ns. previsto punto di appoggio per la nottata. Fatalità…. (forse) suo cugino è Adam , la guida riportata sul ns. libro ViviCamper che abbiamo acquistato in vista di questo viaggio, che si offre di accompagnarci alla visita del sito domani mattina alle 9 per una cifra di 15€ complessiva.-
Il punto sosta si rivela molto buono, su ghiaia e in piano, con comodo attacco luce e servizi con docce, lavandini e wc , dove potremo scaricare le cassette. Ci costa 25 lit. a camper.
La serata sarebbe ideale per mangiare e cucinare all’aperto ma il vento, troppo intenso, ci costringe a cenare in camper. Siamo arrivati ad un totale di km. 2.587 con un percorso odierno di 399 km.

07/08/09 Notte fresca e mattina non tersa come i giorni precedenti anche se il vento si è calmato di molto. Alle 9 si presenta il sig. Adam e con i camper ci avviamo verso l’entrata del sito di Hattusa che è a pochissimi km. (entrata 5 lit. a persona) : il percorso su piastrelle si snoda sulla collina ed è stato reso ben fruibile di recente anche per i camper e presenta molti punti di sosta dove la guida ci illustra la storia del luogo e il significato di quanto si può toccare con mano. Ad ogni punto sosta troviamo il figlio e parenti vari di Adam che propongono souvenir, statuine, collane (le signore ne avevano già acquistate in fase di partenza stamattina) , insomma un po’ troppo “appiccicosi”……
Come preannunciato ci accompagna presso una cooperativa di curdi per presentarci opportunità di vendita di tappeti a buon prezzo : evidentemente non eravamo troppo convinti che il tappeto non ci servisse proprio in quanto, dopo un thè e la doverosa trattativa sul prezzo abbiamo fatto l’acquisto (circa 400€ io per un tappeto in seta e circa 300 € Paolo) : avremo preso una fregatura ? Confidiamo di no, anche perché il sig. Adam è persona conosciuta sia da ViviCamper che da PleinAir, e non credo gli sia vantaggioso farsi una cattiva pubblicità “fregando” i turisti……….

Prima di congedarci visitiamo anche i bassorilievi della vicinissima Yazilikaya e Adam mi chiede in aggiunta una bottiglia di vino Italiano………
Quattro gocce di pioggia e poi rischiara subito. Andiamo verso Yozgat e quindi (strada 200 + 785 in direzione di Yerkoy e Kirsehir: La strada tra queste ultime due località corre oltre i 1.000 mt. di quota su un immenso altopiano pressoché desertico, con un incredibile distesa di terreni e catene montuose a perdita d’occhio !
Si viaggia sempre in quota e superata la verde Kirsehir deviamo sulla destra in direzione di Nevsehir, porta della Cappadocia , e Uçhisar primo paese affascinante di questa eccezionale zona turistica. L‘occhio rimane subito incantato e ci fermiamo subito per alcune foto.
Ormai Goreme è alle porte : arrivati in centro paese notiamo subito le indicazioni sulla destra per andare al museo all’aperto della sua valle , superato il quale con un tratto in forte pendenza e pavimentazione in porfido sconnesso, si perviene al camping Kaya che si dimostra un’ottima base per le escursioni nei dintorni : buona struttura con ottimi servizi ed una bella piscina e, compreso nel prezzo di 36 lit/giorno per 3 persone adulte (attenzione, solo pagamento in contante) , anche un bellissimo panorama sulla valle. La cena all’aperto è assicurata ed il clima serale si fa piuttosto fresco.
Oggi abbiamo percorso 255 km. pr un totale parziale di km.2.842.

08/08/09 Alle prime luci del sole si sono sentite passare le mongolfiere partite per le escursioni turistiche ma, vista l’ora, non le ho viste e sono rimasto…. in branda.
Abbiamo deciso di muovere solo il mio camper e pertanto…. tutti a bordo per il brevissimo
spostamento di qualche minuto al parcheggio del “museo open-air” di Goreme : i pulman dei turisti non sono ancora arrivati e questo ci permetterà di godere della visita con più calma e libertà.
Al parcheggio si fa avanti un signore che per 15 € (tot. per 6 persone) si offre a farci da guida. Accettiamo e ci conduce subito alla Chiesa delle fibbia (Tokali Kilise) i cui affreschi sono ancora in buone condizioni. L’ingresso al “museo all’aria aperta” costa 15 lit a persona e, onestamente, i pochi euro sborsati per la guida sono stati ben spesi per una visita della durata di un’ora abbondante.durante la quale abbiamo visitato la Chiesa dei Sandali ( çarikli Kilise) e la Chiesa di S. Barbara.
Salutato la guida , che mi aveva anche proposto di “combinare” un matrimonio tra suo figlio 18enne e Giulia 17enne, ci spostiamo poi alla “valle dei camini delle fate” molto coreografica e alla vicina

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valle di Zelve prima di dirigerci al paese di Avanos e, parcheggiato, andiamo a pranzare in uno dei tanti locali presenti : non male il cibo (carne, verdure, yogurt) ma il titolare non ha piegato nemmeno un angolo della bocca per un mezzo sorriso…. Sembrava quasi seccato per la clientela (n.b. in un locale praticamente vuoto).
Abbiamo pagato 50 lit. in 3 persone.
A pochi passi dal centro abbiamo visitato una bottega artigiana di piatti in terracotta e fatto
acquisti.
Le ragazze hanno approfittato dell’invito del titolare e , munite di grembiule, si sono cimentate nell’arte delle costruzione in terracotta ovviamente con scarsi risultati. Per la giornata trascorsa tra le bellezze naturali di questa parte di Cappadocia abbiamo percorso circa 50 km. per un totale progressivo di km. 2.892.

09/08/08 Altra giornata che dedicheremo ad un’altra parte di questa bellissima regione.
Ci muoviamo sempre con 1 solo mezzo e la prima destinazione, passando per Nevsehir e quindi la strada 765, è la città sotterranea di Kaymakli ; l’entrata al sito è poco appariscente ma il parcheggio è comodo anche perchè noi , mattinieri, riusciamo quasi sempre a precedere il grosso flusso turistico dei viaggi organizzati. Anche qui subito una guida si offre ed il ns. iniziale rifiuto contribuisce a fare diminuire la pretesa economica a 20 € complessivi e ci accompagnerà all’interno per i 5 piani sotterranei accessibili l’entrata costa 15 lit. a persona. La passeggiata interna dura ca. 40 minuti ed è in buona parte agevole, tranne un cunicolo di circa 5-6 metri abbastanza stretto e basso : ma se ci siamo passati io e Paolo….. Veramente interessante la spiegazione dataci che ci ha fatto pienamente comprendere il modo di sopravvivere delle migliaia di persone che per lunghi periodi hanno vissuti negli originali 8 piani di questo “condominio” sotterraneo.
Proseguiamo verso la cittadina di Derinkuyu e, a sinistra, percorriamo strade secondarie tra campi coltivati e contadini all’opera (ho osservato transitando come stessero immagazzinando del fieno in alcune grotte) suscitando parecchia curiosità ed il saluto cordiale degli stessi, in direzione delle località Baskoy e Guzelos e quindi della valle di Soganli, sito di moltissime chiese rupestri, fuori dai flussi turistici dei tour operator.
La strada è abbastanza sconnessa e i pochi mezzi incrociati sono trattori e carri carichi di donne e bambini che si recano nei loro terreni. Il paesino di Soganli è proprio povero (ci sono anche persone che dimorano all’interno di un pinnacolo roccioso !) e poco oltre ci viene richiesto un contributo di 15 lit tot. per accedere al sito che è sotto tutela statale.
Qui troviamo parecchie donne locali che vendono caratteristiche bamboline in stoffa dal costo irrisorio (poche lit. cad.).
Il posto, oltre alle caratteristiche storico-archeologiche, è molto bello : c’è anche un agriturismo il Cappadocia Restaurant e ci fermiamo a mangiare dei piatti unici : buono il mangiare, molto bello il posto con tavoli e panche in legno su terreno erboso e all’ombra di alberi da frutta e ulivi.
Il “pranzo” ci costa 40 lit. (per 3 persone) compresa anche la possibilità di raccogliere albicocche a volontà dagli alberi. Prima di rientrare ripassando per Baskoy e salire sull’altopiano strada dal fondo molto sconnesso e transitare per il centro affollato di Mustafapasa, sostiamo nuovamente a Uçhisar per altre foto del caratteristico paesaggio.

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Il rientro è di buon’ora per consentire un tuffo in piscina. La serata è molto molto fresca e per mangiare fuori è necessario dotarsi almeno di una buona tuta.
Percorsi 128 km. – totale 3.020 km. da casa.

10/08/08 Lasciamo con rammarico queste zone ma altri luoghi ci attendono !
Ci dirigiamo verso Nevsehir dove approfittiamo di un supermercato per rifornire la cambusa (acqua in bottiglia ne abbiamo bevuta e berremo in quantità industriale…) e con l’occasione notiamo come i prezzi degli alimentari si trova di tutto siano molto economici.
La strada nr. 300 per Konya è piuttosto monotona e l’unica sosta è data dall’opportunità di visitare il caravanserraglio del piccolo centro di Sultanhani. Poche lit di ingresso a questo grande ricovero dei viandanti dei tempi antichi; una “banda” di ragazzini questua di tutto, dalle caramelle alle brioches, soldi, cappellini ecc…. e ci costringono ad alzare i tacchi non appena possibile, non prima di aver salutato i camperisti romani che ci avevano dato una dritta a Istanbul.

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Konya è una città enorme, una delle più grandi della Turchia, ed è la città santa per gli islamici. E’ una ns. mèta solo di passaggio ed abbiamo modo di vederla dall’alto mentre ci indirizziamo verso Beysehir lungo la strada 330 (seguire inizialmente le indicazioni per Isparta) : troviamo alcuni laghi artificiali , si sale oltre i 1.500 mt. di quota e tornando verso il piano - molti banchetti di venditori di frutta : ci fermiamo da una persona anziana ed acquistiamo, tra l’altro, 1 kg. di buonissime fragole al costo di 3 lit/kg !! All’entrata di Beysehir ci sono chiare indicazioni per la moschea Esrefoglu ed il parcheggio è molto agevole.
Sono le 17 ed è l’ora della preghiera : il religioso musulmano ci invita ad entrare

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ugualmente e ci mettiamo in un angolo ad assistere ai 20 minuti di preghiera mussulmana, cosa insolita ovviamente per noi. Alla fine siamo liberi di girare per questa piccola ma molto bella moschea, caratteristica per le sue 42 colonne in legno di cedro e per il bellissimo (e pulitissimo) tappeto verde che ricopre il pavimento; molto curato anche il giardino fiorito all’esterno e l'interessante e caratteristico minareto in mattoni.
Dopo aver valutato altre possibilità di sosta decidiamo di rimanere qui per la notte (confortati anche dalla caserma della polizia a soli 100 mt) e ci sistemiamo di fronte al lago, sulle cui sponde ci sono giardini presso i quali le famiglie vengono a gustare la frescura. Peccato che la pulizia lasci a desiderare e ci siano carte e avanzi di cibo sparsi in giro. Arrivano anche i camperisti romani che, dopo un cenno di saluto, si sistemano a poca distanza. Dalla Cappadocia i km. percorsi sono stati 332 per un tot. di km. 3.352.

11/08/09 Notte tranquilla in riva al lago e partiamo di buon’ora in previsione del percorso montano che dovremo affrontare prima di raggiungere la costa del mare Egeo.
Seguiamo il lungo lago e uscendo dalla cittadina proseguiamo lungo la strada 695 la strada inizia ben presto a salire ma fortunatamente il fondo stradale è in discrete condizioni e solo verso il passo Bademlibeli Gecidi che raggiunge i 1.450 mt di altezza ci sono alcuni grossi lavori di assestamento alla parete rocciosa. E’ incredibile constatare come qui , e come spessissimo osservato anche nei gg. scorsi, ci siano innumerevoli e segnalate fontane di acqua corrente che scorre in libertà, senza rubinetti, tanto da far pensare ad uno spreco…..
Ripidissima e poco protetta discesa verso Camik prima di risalire nuovamente per almeno altri 2 passi montani ; ormai il mare deve essere vicino poiché la macchia mediterranea appare prendere piede all’intorno e contemporaneamente sbucano moltissime bancarelle che vendono di tutto, frutta e verdura in particolare.
Prima di arrivare sulla costa dobbiamo percorrere un tratto stradale in rifacimento e subire, ns. malgrado, le raffiche di sassolini “sparati” dai veicoli provenienti dal senso contrario oppure in sorpasso; fortunatamente non subiamo danni di sorta, soprattutto ai cristalli ed al parabrezza in particolarmente esposto al pericolo.
Con l’approssimarsi alla costa aumenta notevolmente anche il caldo e quando ci fermiamo in un’area di servizio nei pressi di Manavgat il termometro non va molto lontano dai + 40° fortunatamente contrastati da una leggera brezza.
Qui c’è anche un outlet di maglieria di “firma” a prezzi veramente irrisori e le ns. donne non si fanno pregare per spendere……
Nel primo pomeriggio , dopo una breve deviazione verso il sito romano di Perge (rinunciamo ad entrare poiché il caldo afoso è atroce) ci aspetta l’attraversamento di Antalya con un traffico intenso e anche qui abbiamo la riprova che per i turchi il sorpasso può avvenire indifferentemente a destra e a sinistra, che il colore del semaforo è interpretabile a piacere e che le segnaletiche orizzontali servono solo a sporcare l’asfalto. Ne usciamo indenni ma con un carico di stress rilevante.
La ns. mèta per stasera è Demre, nella parte più meridionale della Turchia. Per questo percorriamo la litoranea sulla strada 400 che lascia intravedere alcuni parcheggi in belle insenature e che poi corre molto all’interno con continue curve diventando molto stancante. Si va spesso in quota e prima di scendere verso la piana di Demre si ha un panorama fatto da moltissime serre.
Prima di arrivare a Demre – nei pressi di Finike – notiamo una bella opportunità di sosta segnalata anche per i camper – in una bella insenatura.
A Demre dovremmo trovare un ristorante parcheggio sul mare segnalato sulla guida ViviCamper che in un primo tempo non riusciamo a trovare (dalle foto in ns. possesso cercavamo un bel prato sul mare…..) ma che poi con difficoltà identifichiamo in un posto abbandonato, con l’erba dissolta e l’incuria più totale.
Ci sono almeno altre due possibilità di sosta nelle immediate vicinanze e direttamente sulla piccola spiaggia ma ci sembrano adatte più ad una sosta di giornata che ad una fermata notturna. Per cercare il “posto che non c’è più” avevamo girato a lungo e con l’occasione avevamo visto un campeggio spartano ad un paio di km. di distanza (in direzione Kas) in località Andriake e che avevamo tenuto in considerazione in caso di necessità.
Il posto è molto decentrato e non c’è granchè se non i barconi a pagamento per le escursioni alla baia di Kekova ed alle tombe Licie, ma comunque ci siamo ritornati e sistemati.
Molto spartano, servizi per i quali è necessario chiudere un occhio abbondante, al costo di 20 lit a camper elettricità inclusa.
Una buona doccia che tolga la fatica dei tanti km.percorsi oggi è assicurata e ci ripromettiamo di verificare domani mattina con calma se il posto merita una sosta prolungata.
Fatti 410 km. ed il percorso è stato parecchio impegnativo; comunque il contakilometri segna 3.762 km. da casa.

12/08/09 Il posto non è proprio idilliaco, poca spiaggia abbastanza sporca e cani randagi a volontà; vogliamo fare un paio di gg. proprio di mare per rilassarci e quindi – il ns. programma non prevede le pur interessanti gite in barca – e quindi decidiamo di proseguire il viaggio verso il non lontano centro di Kas, dove abbiamo segnalazione di campeggi.
Prima però ci aspettano alcune lunghi e duri km di salita con rampe che risalgono il promontorio prima di ridiscendere a capofitto verso il paese di Kas : marce basse doverose……
Kas è un paese prettamente turistico e con un discreto movimento di turisti; arrivati in centro e con direzione verso il porto, troviamo indicazioni per un camping sulla destra : circa 500/600 mt. di strada ci fanno pervenire al sito, sulla sinistra di marcia. Le piazzole sono su terrazze degradanti e noi ci infiliamo su 2 posti proprio al retro del bar : piazzole non molto spaziose e, soprattutto la mia, con pendenza preoccupante ma che l’ attrezzatura di Paolo (fornito di tutto, anche di martinetti con crik) rende sufficientemente confortevole. Anche qui incontriamo nuovamente il gruppo di camperisti romani con i quali pare proprio di rincorrerci. Fa molto caldo e non c’è aria, almeno per il momento. Finita la sistemazione una buona e abbondante birra fresca gustata all’ombra della terrazza del bar, davanti ad uno splendido mare, ci ritempra. C’è un lungo pontile con lettini gratuiti per abbronzarsi, solo scogli e una scaletta per scendere in acqua ; l’acqua non è il mio ambiente preferito, ma moglie, figlia e amici mi hanno detto che il mare è bellissimo, con tanti pesci dai colori variegati e l’acqua tiepida.
Giornata trascorsa tra bagni, sole e … birra.
Verso sera andiamo a piedi in centro (15 minuti di strada) che si presenta molto animato, con innumerevoli negozi e trattorie. Dopo aver passeggiato a lungo entriamo in un locale dove gustiamo i tipici piatti turchi; buono il mangiare e il conto (50 lire per 3 persone).
Abbiamo percorso oggi solo 48 km. totale 3.810.

13/08/09 Giornata di pieno relax, sole, bagni e letture. Nel pomeriggio si affacciano nuvole minacciose, tuona spesso il temporale che si vede verso l’interno oltre il monte, ma fa solo 10 gocce di pioggia prima di tornare sereno. Dopo cena passeggiata in centro.

14/08/09 Il camping per 2 giorni ci costa 80 lit. a camper (pagamento solo in contante); torniamo verso il centro e poi riprendiamo la strada 400 con direzione Fethiye e un paio di km. fuori dall’abitato passiamo davanti ad un altro paio di campeggi in bella posizione ma ovviamente molto scomodi al paese.
La strada costeggia per circa 20 km. il mare e passiamo alti sopra ad una caletta cui si accede con una scalinata, veramente bella (a pagamento) ma con scarso parcheggio , tanto meno per i ns. mezzi..-

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All’altezza di Kalcan, che sembra una località turistica di un certo spessore, la strada ,ora 350, devia verso l’interno e km. dopo km. si inerpica fino ai 1.300 mt. del passo Karabel e prosegue fino a Sogut (con strade in rifacimento e conseguente pericolo di sassi sui vetri) dove prendiamo sulla sinistra con la strada 585 in direzione della città di Denizli.
Ci fermiamo per acquistare frutta ad una bancarella e la signora vuol farci assaggiare lì al momento di tutto , dalla frutta ai pomodoro; per poche lit acquistiamo pere, pomodori e banane che si riveleranno prodotti squisiti ; nei pressi anche un fornaio dove acquistiamo una pagnotta enorme che durerà morbida per parecchi giorni .
Denizli, su cui scendiamo dall’altopiano, è una città di discrete dimensioni e lungo la tangenziale troviamo un supermercato per fare un po’ di spesa; pochi km. ci separano da Pamukkale al cui ingresso varie persone si sbracciano per offrire parcheggio a seconda dei veicoli.
Noi giriamo a destra e ci avviamo all’entrata superiore del sito archeologico di Hierapolis-Pamukkale dove si accede al grande parcheggio pieno di bus con sbarra e casellante (ci dicono subito che non sarà possibile pernottare 5 lit) .
L’entrata al sito costa in tot. 60 lit. per 3 persone : è troppo caldo per passeggiare nel sito archeologico e quindi è più appagante e scenografico camminare con i piedi in ammollo lungo il “castello di cotone” le bianche formazioni naturali di calcare che hanno trasformato questi posti in eccezionali mète turistiche.

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Si scende tranquillamente mettendosi a bagno nelle varie vasche e si può tranquillamente con calma risalire alla partenza e recuperare i mezzi..
Riscendiamo ed al bivio in centro giriamo a destra e dopo 300 mt. entriamo nel “camping” del ristorante Seyr (15 euro in contante per camper al giorno) che dà elettricità, blocco servizi con docce dove anche caricare e scaricare il tutto con parcheggio su un bel tappeto erboso.
Da rilevare anche la disponibilità ad usufruire di una splendida piscina.
Oggi è tutto addobbato per un matrimonio che, paragonato alle ns. consuetudini, ci è sembrato poi piuttosto “triste”.
Splendida serata all’aperto e clima che, dopo le temperature infernali di mezza giornata, si è molto rinfrescato; Abbiamo percorso 292 km. per un progressivo di km. 4.102 totali.

15/08/09 Splendida giornata di sole e ci avviamo a ritroso verso Denizli : prima però ci fermiamo presso un paio di outlet di prodotti per la casa e di articoli in onice.
A Denizli percorriamo la lunga tangenziale che poi continua con la strada 320 verso Saraykoy fin poco oltre la località di Pamukoren : qui prendiamo a sinistra per una strada secondaria che in circa 40 km. porta al sito di Afrodisia.
La strada non è molto larga e propone alcuni tratti in salita e discesa piuttosto impegnativi; si attraversano i piccoli centri di Yenice e Karacasu (si notano alcuni nidi di cicogne) che sembrano popolati solo da uomini indaffarati a giocare a carte all’esterno dei bar.
Arrivati all’altezza del sito archeologico è necessario parcheggiare in un grande parcheggio (otopark) a sinistra : da qui parte un trattore che trainando un “vagone” conduce all’entrata di Afrodisia (8 lit cad. di entrata).
C’è molto da vedere, in particolare molto belli sono la porta Tetrapilon posta su un bel prato inglese e lo stadio molto bel conservato che ha una capacità di 30.000 spettatori!

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Dobbiamo rifare a ritroso la stessa strada per rientrare sulla principale 320.
Superiamo i grossi centri di Nazilli e Aydin mentre soffia un forte vento.
Ad Aydin entriamo in autostrada 0-31/E87 con indicazioni per Izmir fino all’uscita di Selçuk , dove sono chiare anche le indicazioni turistiche per il sito di Efeso.(solo un paio di lit il pedaggio).
Superato il sito puntiamo al litorale con direzione verso il paese di Pamucak e qui si trovano indicazioni di campeggi , il primo del quale è il Dereli dove soggiorniamo al costo di 24 euro/camper per giorno (pagabili anche con carta di credito).
Il campeggio è ombreggiato e si affaccia su un’ ampia baia, con larga spiaggia sabbiosa e mare basso.
Percorsi 297 km. per un totale di km. 4.399 da casa.

16/08/09 Sole, mare e… serata country con le gustosissime bruschette preparate dai Galepao.

17/08/09 Sveglia di buon’ora per poter visitare Efeso prima che il solleone ci possa cucinare. Solo 3-4 km. per il grande parcheggio del sito (5 lit) e 20 lit/persona per l’ingresso. Subito si può ammirare il gran teatro per poi risalire la via che porta alla famosa Biblioteca di Celso ed alla successiva via Marmorea.
Nel frattempo è arrivata una fiumana di turisti, testimoniata dai numerosissimi pulman che riempiono il parcheggio.
Rientriamo in autostrada a Selçuk fino al termine della stessa alla periferia di Izmir (lit, 1,75 di pedaggio) : fortunatamente ora una tangenziale evita in buona parte l’attraversamento della grande città, dai bruttissimi e invasivi gruppi di palazzoni.
Tuttavia dobbiamo attraversare una piccola parte periferica della città (la parte nord) ed il pur breve tratto rende subito l’idea del caos cittadino.
Dopo Izmir e la successiva città di Menemen (lungo la strada ci sono numerosi outlet) la strada 550 di riaffaccia sul mare per poi rientrare in direzione di Pergamo che noi, volutamente lasciamo alla ns. destra.
La strada continua verso Dikili ed è abbastanza monotona; da ricordare solo la bella vista di alcune saline alla destra del ns. senso di marcia ed il vento impetuoso che disturba il viaggio.
La prossima località di un certo rilievo è Edremit, ma poiché siano in anticipo sul ns. piano di viaggio decidiamo di fare ancora un po’ di mare , prima di affrontare il lungo rientro a casa. Per questo motivo circa 15 km. prima di Edremit usciamo dalla strada principale per prendere a sinistra con indicazioni per Oren , dove da note in ns. possesso dovrebbero esserci campeggi. Noi entriamo al camping Altin molto ombreggiato (48 lit./giorno tutto compreso solo contante , n.b. controllare il colore dell’acqua prima di fare il carico, noi avendola vista giallastra ce ne siamo ben guardati…) e ci sistemiamo a 3 metri dal mare.
La spiaggia è molto stretta, il fondale è parecchio sassoso e la temperatura dell’acqua, nonostante siamo nel golfo di Edremit, è stranamente glaciale. Ci gustiamo uno splendido tramonto.

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I 255 km. percorsi oggi portano il totale parziale progressivo ad un tot. di 4.654 km.

18/08/09 Passeggiata piacevole in centro, grazie ad un sempre presente venticello, e acquisto di frutta e verdura ed altre….leccornie.

19/08/09 Oggi comincia la fase di rientro. Attraversiamo il centro animato di Edremit e percorriamo la litoranea molti stabilimenti balneari anche con scivoli acquatici fino a Kuçukkuyu, dove la strada prende verso l’interno e sale subito di quota.
La qualità della strada è abbastanza buona anche se la marcia è ostacolata da alcuni mezzi pesanti che letteralmente arrancano su ogni salita. Su questo tratto di strada abbiamo notato molti controlli da parte delle pattuglie di polizia Superiamo Ezine e poi lasciamo alla ns. sinistra le indicazioni per il sito di Troia e ci affacciamo sul canale dei Dardanelli.
Invitiamo a tralasciare l’uscita indicata per i ferryboat all’altezza di Kepez (il traghetto c’è ma le corse sono poche e le eventuali attese lunghe) e proseguire verso i traghetti in partenza da Canakkale.
Le indicazioni non sono molte tuttavia è necessario dirigersi verso il centro, molto trafficato, per poi raggiungere la partenza del traghetto; la biglietteria immette direttamente al battello e noi abbiamo pagato lit. 32,5 totale. Il traghetto è di dimensioni contenute (tipo quelli che fanno servizio nei fiordi norvegesi) ed il tragitto dura circa 30 minuti.
C’è molto vento ed il moto ondoso ne risente ma stiamo tutti sul ponte panoramico mentre lasciamo la parte asiatica e rientriamo nell’estrema zona europea occidentale della Turchia.

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Lo sbarco a Eceabat è sbrigativo e giriamo subito a sinistra per seguire la litoranea in direzione di Gelibolu con bella vista sullo stretto, ma le piccole spiagge sono piuttosto mal sistemate e incolte.
Altri outlet si incontrano lungo la strada all’interno delle aree di servizio.
Dopo Gelibolu ci si affaccia sulla sinistra alla parte di mare che bagna la qui vicinissima sponda greca di Alessandropoli e poi si prosegue all’interno per le località di Kesa e Uzunkopru.
Non seguiamo le indicazioni per l’autostrada e , dopo aver percorso la tangenziale, transitiamo per il centro di Edirne e sotto la sua importante moschea. Altri pochissimi km. ci separano dalla frontiera di Kapikule dove, in un grande centro commerciale, spendiamo le ultime (poche) lire turche. La burocrazia doganale turca è abbastanza sbrigativa mentre per la dogana bulgara l’attesa è stata più lunga soprattutto per le ispezioni all’interno dei camper (hanno chiesto di vedere il bagno, sopra la mansarda, nei gavoni, anche all’interno del vano bombole e……della cassetta wc.
Acquistata subito la vignette per le strade bulgare abbiamo percorso la strada classica per Plovdiv non trovando sistemazioni degne per passare la notte ormai incombente (un paio di parcheggi custoditi per tir visti prima di arrivare in prossimità della città, l’unica alternativa): il clima è molto caldo e soprattutto afoso, anche per un brevissimo acquazzone che ha contribuito solo ad elevare il tasso di umidità.
Superata la tangenziale di Plovdiv (ed evitata una grossissima buca di cui mi ricordo ancora perfettamente, a rischio semiassi e ammortizzatori) entriamo in autostrada per poi sostare, dopo averne scartata un’altra precedente, in un’area di servizio .
La sistemazione non è delle più confortanti ma potenzialmente sembra sufficientemente tranquilla. Il tragitto odierno è stato piuttosto gravoso per ben 577 km. che portano il totale a km. 5.231.

20/08/09 La notte è stata tranquilla per quello che può dare una simile sistemazione.
Altra giornata di lungo rientro e pertanto la partenza avviene all’alba.
Dopo poco più di un’ora siamo nei pressi di Sofia che stavolta aggiriamo per la “tangenziale” : mamma mia che strada dissestata, tutta buche, asfalto segnato e addirittura rialzato ai lati ! L’ultima sistemazione della stessa penso non si ricordi a memoria d’uomo molto anziano…..
Tra l’altro è proprio la strada che noi avevamo intrapreso all’andata e presto abbandonata per il buio totale e le “voragini” incontrate tanto da aver pensato di aver sbagliato percorso… L’andatura è forzatamente blanda anche per il traffico intenso delle prime ore del mattino.
Poi la qualità della strada verso il confine di Kalotina migliora molto e i poco più di 50 km. per la frontiera scorrono veloci. Circa 40 minuti ci vogliono per passare la barriera serba, più per la flemma indisponente dei finanzieri serbi controllano anche l’interno del camper che per i 200 mt di auto in coda.
Bella la strada che si snoda in Serbia verso Dimitrovgrad e Pirot con bei tratti rettilinei che invitano a correre ed ai sorpassi e molti sono incappati nei frequenti controlli da parte della Polizia, spesso presente. L’ultimo tratto di questa strada, prima della piana di Nis, corre in una stretta gola e con gallerie (fatte ovviamente anche in andata ma l’oscurità della notte e non poteva farci apprezzare la bellezza del posto).
A Nis si entra in autostrada E75 per Belgrado (24 €) e superiamo la trafficatissima capitale Serba a metà pomeriggio inoltrato;
altro lungo pezzo autostradale da Simanovci fino a poco prima del confine con la Croazia (11,50 €) e attesa ci circa ½ ora alla frontiera con la Croazia.
Controlli abbastanza sbrigativi (almeno per come eravamo abituati) e proseguimento in territorio croato fino a circa 130 km. da Zagabria dove ci sistemiamo per la notte in una grandissima area di servizio.
Fatti altri 747 km. per totale di 5.978 km. La ns. ultima notte in viaggio si preannuncia tranquilla e molto fresca.

21/08/09 Dormito poco, forse per la stanchezza e per l’ansia del ritorno e quindi la partenza per gli ultimi 600 km. scarsi avviene che è ancora buio. Alle prime luci dell’alba ci sono vistosi banchi di nebbia nella campagne circostanti : paghiamo i 22 € di autostrada fatta dal confine serbo + 1 € per la trafficata tangenziale di Zagabria ma il confine con la Slovenia è molto vicino.
Riacquistata la vignette slovena (15€) l’autostrada scorre veloce verso Lubiana anche perché non ci sono lavori stradali, anche in senso inverso contrariamente a quanto verificato nel tragitto di andata quando avevamo perso parecchio tempo.
Ormai si sente aria di casa e, scendendo verso Trieste, si comincia già a subire l’afa terrificante : traffico molto intenso ma abbastanza scorrevole nel tratto fino a Venezia dove, all’area di servizio Bazzera della tangenziale, salutiamo i ns. cari compagni di viaggio.
Per noi ultimi sudatissimi, nel vero senso della parola, 60 km. di autostrada fino a casa dove fermiamo motore e km. a un tot. di 6.538 poco prima delle 13 sotto un caldo asfissiante.

CONSIDERAZIONI

Le compagnie di traghetti non offrono più il servizio open-deck per la Turchia ; ciò nonostante avevamo preventivato con la compagnia Marmaris il costo per a/r sulla tratta Ancona-Cesme ma la cifra richiesta con cabina senza servizi andava oltre i 2.200 € !
Questo ci ha fatto propendere, tanto più che noi partivamo dal nord-est, per il tragitto su strada attraverso i Balcani, lungo e dispendioso in fatto di energia propria e usura del mezzo ma sicuramente economicamente vantaggioso sull’immediato. Unico particolare stress, dovuto al periodo di rientro in patria della moltitudine di turchi residenti all’estero, le estenuanti code patite per i controlli alle varie frontiere, dovute al traffico intenso ed ai controlli doganali (serbi soprattutto) molto lenti e accurati.
Come si può evincere dalle note, a parte la vignetta pre-pagata per le autostrade slovene e bulgare (in Bulgaria non hanno voluto euro ma hanno accettato la c.c.) , per i pedaggi autostradali in Croazia e Serbia ed anche sul tratto Edirne-Istambul abbiamo pagato tranquillamente in euro.
Ricordo che per fare il viaggio transitando per i paesi dei Balcani è necessario, attualmente solo in Serbia, essere muniti di passaporto. Non abbiamo mai avuto problemi per le soste nelle aree di servizio, anche se naturalmente non si è riposato molto.
Il costo del gasolio varia approssimativamente da 1,010 €/lt della Slovenia a 1,2/1,3 €/lt della Turchia con una punta inferiore in Bulgaria dove costava un po’ meno di 1 € per litro; le aree di servizio sono molte e sempre il pagamento con carta di credito è stato accettato.

Per quanto riguarda in particolare la Turchia, abbiamo visto costantemente un grande dispiego di forze di polizia, gendarmeria ed esercito tale da rendere confortevole e sicuro il soggiorno del turista.
Il costo delle vita è sicuramente meno incisivo che in Italia; considerando per motivi pratici di calcolo che 1 lira turca = 0,50 € si evince come i costi per gli acquisti ai supermercati, spese per ristoranti, souvenir, autostrade ecc. siano a noi favorevoli.
Abbonda in modo marcato la vendita da produttore a consumatore : lungo le strade ci sono innumerevoli bancarelle di vendita diretta di verdura, frutta fresca e secca presso cui si compra molta quantità a prezzi veramente irrisori.
Le strade sono abbastanza buone pur se il fondo è spesso piuttosto ruvido e questo solle-cita molto le sospensioni del mezzo e crea notevole rumorosità durante la guida.
Ci sono moltissimi tratti di strada in ampliamento e rifacimento: questo crea spesso la preoccupazione per i cristalli soggetti a scariche di sassolini e ghiaino soprattutto a causa della guida spericolata degli automobilisti che, incuranti del fondo stradale, sorpassano e corrono con disinvoltura incuranti delle scariche di pietrisco che sparano sui veicoli incrocianti. La segnaletica è abbastanza buona e precisa.
Come spiegato attualmente Istambul non dispone di campeggi o aree attrezzate, solo alcuni comuni parcheggi peraltro centrali ma privi di qualsiasi servizio.
Anche nel territorio i campeggi, intesi come noi siamo abituati, sono piuttosto scarsi ma ben sostituiti da quanto ristoranti o simili offrono ai turisti itineranti, e sempre a costi modici, Solo lungo le coste i campeggi sono più presenti, sempre a cifre modeste ma qualitativamente molto lontani dagli standard dell’Europa occidentale.
Per il pagamento dei campeggi poche volte è stata accettata la c.c. ma viene preferito il pagamento in contanti, soprattutto lit e qualche volta euro, e quasi mai viene rilasciata qualsiasi tipo di ricevuta…..
Anche per l’entrata ai musei, siti archeologici ecc. il pagamento è richiesto solo in contante (lire turche).
In Turchia il rifornimento di acqua NON è un problema in quanto ci sono fontane e punti di rifornimento acqua dappertutto (ben segnalati) , sia lungo le autostrade sia anche nei tratti montani e nei luoghi più dispersi, con acqua corrente tanto da far pensare ad uno spreco eccessivo.
Un consiglio è di verificare il colore dell’acqua, soprattutto per non sporcare i serbatoi.
A titolo informativo, per un viaggio simile considerando tutte le spese compreso gasolio, vignette, musei, qualche pranzo o cena, parcheggi e campeggi, souvenir e acquisti vari – a noi sono bastati 3.000 €

Umberto Cavaggion
Camperfree
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