I forti delle Lame a Stadano Bonaparte (Aulla)
I forti delle Lame a Stadano Bonaparte (Aulla)
2 settembre 2023.
A cura di Davide Tansini.
Architettura e storia del Risorgimento.
Conferenza.
L’evento ha trattato la coppia di strutture difensive costruita fra il 1853 e il 1855 lungo il fiume Magra alle Lame di Aulla, tra la località di Stadano Bonaparte e il santuario della Madonna degli Angeli.
Le due opere fortilizie erano situate nel territorio del Ducato di Modena e Reggio, a poca distanza dalla frontiera con il Regno di Sardegna (sotto la cui sovranità era compresa gran parte dell’attuale Spezzino).
Avevano il compito di sorvegliare l’attigua strada della Cisa e di rallentare eventuali eserciti invasori provenienti dalla bassa val di Magra, diretti verso l’odierna provincia di Reggio Emilia o verso il Modenese.
Davide Tansini ha descritto origini, funzioni, vicende e trasformazioni dei capisaldi, citando documenti e immagini provenienti da archivi, biblioteche e musei dell’Austria, della Francia, dell’Italia e del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord (Bagnone, Londra, Modena, Parigi, Roma, Torino e Vienna).
Volute dal duca Francesco V d’Austria-Este (1819-1875), le fortificazioni erano situate sulle sponde opposte della Magra.
Quella sulla riva destra del fiume era chiamata forte del Bernino (o forte di Stadano), mentre quella prossima al santuario era detta Forte della Chiusa.
Davide Tansini ha spiegato come il fortino di Stadano fosse stato ideato rielaborando il modello della torre massimiliana, a pianta circolare.
Questo tipo architettonico fu sviluppato dall’arciduca Massimiliano Giuseppe d’Austria-Este (1782-1863), zio del sovrano modenese.
Durante l’Ottocento il modello massimilianeo fu replicato nei domini della Casa d’Asburgo in numerosi esemplari (come a Brescello, Cracovia, Laveno-Mombello, Leopoli, Linz, Pola, Rovigo, Trieste, Verona e Venezia) e ispirò la progettazione di varie altre strutture militari (per esempio a Berceto, Piacenza, Ponti sul Mincio e Rivoli Veronese).
I presidi delle Lame furono abbandonati nel 1859, al termine della seconda guerra d’Indipendenza. Negli anni ’70 dell’Ottocento furono inclusi nel piano di difesa dello Stato italiano ma non furono più riattivati.
Il forte della Chiusa fu demolito nei primi anni del XX secolo per allargare il sedime viario della Cisa. Quello del Bernino fu parzialmente abbattuto qualche decennio più tardi per costruire il tracciato dell’autostrada A15 Parma-La Spezia.
Seppur lasciate all’incuria, le vestigia del fortino di Stadano rappresentano un unicum architettonico nell’alta Toscana. Inoltre, testimoniano il Risorgimento in Lunigiana e i profondi cambiamenti che fra gli anni ’40 e ’60 dell’Ottocento portarono alla costituzione del Regno d’Italia.
La conferenza I forti delle Lame a Stadano Bonaparte (Aulla) si è svolta presso l’abbazia aullese di San Caprasio. L’incontro tenuto da Davide Tansini è stato promosso dalla sezione Lunense dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri.

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