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Colori di Francia

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Colori di Francia Empty Colori di Francia

Messaggio Da Camperfree Lun 22 Lug 2013, 16:30

Colori di Francia

di Paola

natura, borghi, grotte e castelli
Rhône Alpes, Auvergne, Limousin e Aquitaine

5 – 21 agosto 2011
Sono alcuni anni ormai che dirottiamo le nostre vacanze troppo a nord e ci è venuta un po’ di nostalgia della vicina Francia. Abbiamo deciso: viaggeremo attraverso la natura della Francia del sud-ovest alla ricerca di piccoli borghi e di castelli, di preistoria e di grotte, di fiumi e di rocce, di sabbia e di onde.

Il nostro itinerario:
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Il nostro equipaggio:
Paola (48 anni) – tour operator – cuoca – guida turistica – e unico membro del gruppo capace di parlare e capire la lingua francese;
Alberto (48 anni) – autista rassegnato – meccanico – addetto alla manutenzione del camper e compagno di giochi di:
Riccardo (8 anni) – grande critico – amante dei musei e dei castelli e animatore per eccellenza delle nostre vacanze insieme ai suoi inseparabili amici di pelo sintetico.

Il nostro camper:
Rimor Sailer 645 TC – per gli amici NEMOtre –

Il nostro viaggio:

5 agosto 2011
Inarzo – Aiguebelle [2]
E’ venerdì pomeriggio ed è già tutto pronto. Marito, figlio e camper aspettano solo me …. Un saluto veloce all’altro nostro figlio Luca che in vacanza con noi ormai non viene più da anni … e finalmente si parte! La Francia ci aspetta al di là del tunnel del Frejus. Il traffico è scorrevole e a volte del tutto inesistente e la pioggia ci perseguita per quasi tutto il viaggio. Arriviamo ad Aiguebelle nel Rhône Alpes per cena. L’area camper è gratuita e tranquilla. Ci auguriamo la buona notte e finalmente …. buone vacanze!

6 agosto 2011
Vienne [3] – Privas [4]
Anche stamattina il tempo è piuttosto incerto. A Vienne, città romana sul Rodano e nostra prima tappa, tira anche un forte vento. L’area di sosta è piuttosto lontana dal centro. Ci arriviamo a piedi costeggiando il pigro fiume. Vienne è una cittadina davvero unica. Le antiche vestigia di epoca romana ben si fondano con i monumenti di epoca successiva. Visitiamo la cattedrale di St.Maurice, il Tempio di Livia e Augusto, il teatro Romano ed infine saliamo in cima al Mont Pipet. Da quassù il panorama è davvero uno spettacolo. La città è ai nostri piedi in tutto il suo splendore.
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Nel pomeriggio proseguiamo per Valence, ma purtroppo non troviamo parcheggio, così ci
dirigiamo direttamente a Privas nel Parco Nazionale delle Ardèche. Cerchiamo di fare una passeggiata nel tranquillo borgo ma inizia a piovigginare. Speriamo che il tempo migliori un po’….

7 agosto 2011
Aubenas [5] – Vallon Pont D’Arc [6-7-8]
Dopo aver piovuto per tutta la notte ( ci siamo pure allagati a causa di una infiltrazione dell’oblò sopra il nostro letto) il tempo non migliora. Pigrizia è la parola che ricorrerà spesso durante queste vacanze. La sveglia non è mai prima delle 8.30 (siamo in ferie dopotutto) e i tragitti non sono mai troppo lunghi. Come sempre preferiamo dedicare il nostro tempo alle passeggiate, alle escursioni in bicicletta (ove possibile), alla visita di qualche monumento, borgo o castello (ma senza strafare). Così con tutta calma ci avviamo alla prossima meta. Percorriamo una strada di montagna tortuosa e piuttosto stretta. Intorno a noi il paesaggio è brullo e roccioso; a tratti le nubi coprono le colline tanto da far sembrare il paesaggio autunnale. Arriviamo ad Aubenas verso le 11,30. Il parcheggio camper è piuttosto lontano e il borgo è arroccato su uno sperone di roccia. Dopo pranzo iniziamo a camminare. Troviamo una scorciatoia in mezzo ad un boschetto e in un batter d’occhio siamo in cima. Il paese è piccolo ma pieno di vita e di turisti. C’è anche un castello ma la visita è solo guidata in lingua francese, così ci rinunciamo.
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Riprendiamo il nostro cammino verso Vallon Pont d’Arc. L’area camper (7€ la notte) è piena ma troviamo comunque un posticino. Il sole comincia a far capolino tra la spessa coltre di nubi mentre ci incamminiamo verso il centro. C’è gente ovunque: seduta ai tavolini dei bar, nei piccoli negozi di souvenir, nelle piccole agenzie (e ce ne sono davvero tante) che offrono a tariffe vantaggiose discese in canoa o kajak lungo le Gorges d’Ardèche, nelle gelaterie e nei ristoranti … un vero delirio! Domani ci aspetta una giornata speciale … speriamo nel bel tempo!

8 agosto 2011
Gole delle Ardèche – Lago di Coucouron
Con le bici percorriamo un tratto della strada che costeggia le gole. Speravo che la strada fosse un po’ meno pericolosa invece non ci sono piste ciclabili e la strada è molto trafficata. Ci fermiamo ad ammirare quell’enorme e suggestivo monumento naturale che è il Pont d’Arc sotto il quale il fiume Ardèche scorre lento riflettendo nelle sue acque il colore del turchese del cielo.
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Proseguiamo ancora un po’ in bicicletta, ma dato che il ritorno sarà tutto in salita, decidiamo di tornare e ridiscendere col camper. Parcheggiamo e scendiamo sulla spiaggetta proprio sotto il Pont d’Arc. Ormai è mezzogiorno e la giornata è molto calda (finalmente). Mentre gustiamo i nostri panini, guardiamo il viavai delle canoe che ci passano davanti. Riccardo insiste e alla fine decidiamo di noleggiarne una anche noi. Purtroppo uno di noi non sa nuotare e quindi dobbiamo rimandare a data da destinarsi la gita sul fiume. A questo punto io preferirei rimanere in spiaggia a prendere il sole ma mi trovo come sempre in minoranza e quindi, mio malgrado, risalgo sul camper. La strada si snoda dapprima su brulle colline e poi pian piano saliamo fino a circa 1200mt sul Massiccio Centrale. Diamo uno sguardo alle aree di sosta del tommy e scopriamo che poco lontano ci sono dei laghi. Scegliamo quello di Coucouron. Vallate verdi e viola si stagliano davanti a noi mentre scendiamo verso il laghetto. L’Area di sosta (6€ compresa elettricità) è sulle rive del lago. Tappa non prevista dall’itinerario originale rimarrà nei nostri cuori come una delle più magiche. Sono solo le 15.00. Abbiamo tutto il pomeriggio per leggere, pescare, percorrere il sentiero che costeggia il lago dapprima con le bici e poi ancora a piedi, dormire, fare uno spuntino in riva al lago, giocare a racchettoni … insomma …. ognuno di noi trova un suo modo per rilassarsi mentre il tempo alterna momenti di freddo con grigi nuvoloni e qualche goccia di pioggia, al caldo con un sole splendente e qualche fastidioso soffio di vento. Una giornata davvero speciale!
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9 agosto 2011
Le Puy en Velay [10]– Lavadieu [11]– Brioude [12]
L’Auvergne è una piacevole scoperta. I suoi altipiani vulcanici sono un vero spettacolo per i nostri occhi. Le colline sembrano vestite da arlecchino: i marroni della terra arata si alternano ai verdi dei campi coltivati e donano al paesaggio un aspetto ordinato fresco e tranquillo.
La città di Puey en Velay ci accoglie con frenesia facendoci parcheggiare vicino alla stazione nella parte inferiore della città, quella moderna. La cittadina è famosa per la statua di bronzo (ricavato dalla fusione dei cannoni della battaglia di Sebastopoli nel 1860) della Madonna col bambino che domina la città ed è una visione davvero suggestiva. Saliamo in cima allo sperone di roccia per arrivare fin sotto la statua. Scopriamo che ci si può anche entrare e continuiamo a salire al suo interno. Ci godiamo lo spettacolare panorama a 360 gradi.
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Scesi, visitiamo l’originale Cattedrale con la sua monumentale scalinata e il suo poderoso portico a tre arcate. Nel suon interno la Madonna Nera e affreschi romanici. Sicuramente un monumento singolare. Pranziamo a Coubon sulla riva della Loira e riprendiamo il cammino verso Lavaudieu.
Questo villaggio, nonostante sia descritto dalle guide come uno dei più bei borghi di Francia, non ci dice un gran che. A parte una vecchia abbazia benedettina non c’è altro da visitare. E’ comunque carino coi suoi cortiletti.
Troviamo un’area di sosta (gratuita) a Brioude e qui ci fermiamo per la notte. Facciamo un giretto in centro, visitiamo la chiesa di Saint Julien il cui abside è decorato da pietre policrome. Il tempo è sempre variabile …. vento, nubi, sole e caldo… finalmente!

10 agosto 2011
Saint Fleur [13] – Murat [14] – Aurillac [15] – Laroquebrou [16 ]
Continuiamo ad ammirare la splendida regione dell’Auvergne percorrendo una superstrada che sale verso dolci cime di colli e ridiscende pericolosamente a valle lasciandoci negli occhi un senso di verde infinito. Entriamo nel dipartimento del Cantal e ci avviciniamo alla prima tappa della giornata. Per la prima volta a quando siamo in viaggio il cielo è completamente terso; nessuna nuvola come compagna di viaggio oggi…. almeno fino a Saint Fleur! Saint Fleur è caratteristica perché sorge in cima ad uno sperone di roccia. Con grande disappunto e qualche brontolio di protesta di Riccardo intraprendiamo il Chemin des Chèvres che dopo 332 gradini di ripida salita ci faranno gustare appieno questo splendido borgo. Un mercatino di antiquariato che si snocciola sulla piazzetta principale e sulle vie adiacenti dà anche quel tocco di magia in più. Il panorama come sempre è spettacolare e ci attardiamo nelle viuzze per cercare scorci meravigliosi da fotografare.
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Lungo la strada troviamo il borgo di Murat. Ci fermiamo per pranzo e lo visitiamo ma non è nulla di speciale . Così come nulla di particolarmente interessante troviamo ad Aurillac. L’area sosta sacrificata in un parcheggio dove si fa fatica a fare manovra e il centro storico non è nemmeno tanto vivo se non per qualche negozietto che espone, sulle strade acciottolate, merce fin troppo cara …. Insomma non ci piace proprio e così ce ne andiamo quasi subito. Decidiamo quindi di proseguire sulla strada in programma per domani e dopo qualche indicazione assurda del tommy ci ritroviamo nel paese di Laroquebrou. Scendiamo al camping municipale (€8.70) e parcheggiamo fronte fiume. Alberto e Riccardo fanno un giretto in bici al paese mentre io mi rilasso col mio libro.
Giochiamo ancora a racchettoni e miracolo dei miracoli … stasera si vede anche la TV ! A volte anche “Italia I” non è male ….

11 agosto 2011
Collange la Rouge [17] – Turenne [18] – Carennac [19] – Rocamandour [20]
Oggi giornata dei percorsi margherita (vedi diario di bordo “Danimarca magica terra del nord” 2010) e dei borghi non visibili sulla nostra carta stradale (alla fine della giornata acquisteremo uno stradario Michelin). Entriamo nella regione del Limousin e il paesaggio cambia. Ci lasciamo alle spalle i verdi altipiani, le colline pettinate a granoturco e l’aria fresca. I monti diventano bassi e rocciosi e la temperatura sale oltre i 30 gradi. Arriviamo in uno dei borghi più belli di Francia (e stavolta è proprio vero). Collange la Rouge è un piccolo villaggio di 470 anime che offre, oltre ad un’attrezzatissima area sosta, un’esperienza davvero unica e spettacolare. Il villaggio è completamente rosso. Tutto. Ogni piccolo spazio è utilizzato a scopo turistico: negozietti di tutti i tipi, cantine, bar e ristorantini sono ovunque. Nonostante questo l’atmosfera rimane inalterata e sorprendentemente magica. Ci è piaciuto veramente tanto passeggiare in queste viuzze rosse.
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Un po’ meno bella ci appare Turenne dove, per arrivare in cima al paese, bisogna percorrere una stradina molto ripida. Oltre al castello (che non visitiamo) non c’è nulla così decidiamo di anticipare la tappa di domani. Carennac ha una bella area di sosta ma completamente al sole. Fa un caldo pazzesco e speriamo che il borgo offra anche una passeggiata sulla Dordogne. Purtroppo non è cosi, quindi dopo la breve visita scappiamo letteralmente in cerca di un po’ di fresco.
Impossibile pensare di pernottare qui. Attraverso una strada piuttosto stretta e pericolosa arriviamo a Rocamandour e stavolta la fortuna è dalla nostra. L’Hospitalet è una piccola frazione che precede lo scenografico borgo arroccato sui fianchi di una parete rocciosa. Troviamo un parcheggio (libero) sull’erba sotto gli alberi. Ci sono altri camper e nessun divieto. Attraverso la via dei Santi, l’antica strada che percorrevano i pellegrini per arrivare al Santuario che parte proprio a due passi dal nostro parcheggio, ci dirigiamo verso il piccolo Hospitalet.
Improvvisamente, come per incanto, ci appare il villaggio. Un vero spettacolo!
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Sono ormai le 17.30 e decidiamo di lasciare la visita del borgo e del Santuario a domani e intano di goderci la visita alla Grotta delle meraviglie. Ammiriamo la grotta con le sue statue naturali di calcare, le stalattiti e le stalagmiti, dove circa 20.000 anni fa vivevano degli artisti pittori che hanno lasciato impresse nella caverna le loro impronte e i loro disegni.
Dopo cena Riccardo gira nel parco in bicicletta con altri bambini mentre mi compiaccio con me stessa e con Alberto per aver avuto nostalgia della Francia.

12 agosto 2011
Rocamandour [20] - Domme [21] – La Roche Gageac [22]
Iniziamo la giornata raggiungendo il piccolo borgo per la Via Santa e vi entriamo attraverso una delle quattro porte fortificate. Arriviamo al Santuario salendo una ripida scalinata. L’atmosfera è molto suggestiva. Il Santuario comprende sette tra chiese e cappelle. La principale è la chiesa di St.Sauveur mentre nella Cappella di Notre-Dame è conservata la statua della Madonna Nera con Bambino risalente al XII secolo. A fianco del complesso monastico aggrappato alla roccia un giardino con una via Crucis porta al castello costruito a strapiombo sulla valle. Quando finalmente ci arriviamo scopriamo che il castello è chiuso, ma che per la modica cifra di 2€ a testa si può entrare in un piccolo cortiletto dal quale si può vedere il panorama sulle Gorges de l’Alzou. Il costo per vedere una valle ci pare eccessivo, così scendiamo a valle e torniamo al camper dopo aver curiosato nelle piccole botteghe dell’unica via di Rocamandour.
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Arriviamo a Domme percorrendo una strada che a pensarci a desso mi fa venire ancora ansia….
L’area camper ci accoglie come sempre ampia e ben tenuta e prima di dedicarci alla visita del villaggio pranziamo. A Domme si entra per una porta racchiusa tra due grossi bastioni risalenti al 1280. Il piccolo borgo è davvero delizioso e merita senz’altro una sosta. Non visitiamo grotte e museo ma il panorama che si gode da quassù è davvero singolare. Davanti a noi si apre la valle della Dordogne che scorre pigra tra il verde. Siamo arrivati in una delle regioni più interessanti e splendide della Francia: il Perigord. Questa zona in particolare è chiamata Perigord noir perché le foreste sono talmente tante e tanto fitte che il colore nero la fa da padrone.
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Ripartiamo estasiati da così tanta bellezza e ci dirigiamo a La Roche Gageac. Questa zona non ci è del tutto sconosciuta dato che ci siamo già passati qualche anno fa senza però aver avuto l’occasione di visitarla e gustarla come si deve. La Roche Gageac è un altro di quei paesi che ti entrano nel cuore e lì rimangono per sempre. La falesia color ocra alla quale il borgo sembra abbracciato spicca nel cielo blu e con la luce del sole caldo crea un effetto davvero piacevole.
Prenotiamo per le 17.30 una gita sulla Dordogne con la Gabarre, l’antica imbarcazione usata dagli uomini di milioni di anni fa. Con le audio guide in italiano ascoltiamo la storia di questa piccola meraviglia, impariamo la morfologia e la geologia del suo territorio e ci rilassiamo semplicemente godendoci la navigazione. Pernottiamo (€ 7) all’area camper sul fiume.
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13 agosto 2011
Beynac et Cazenac [23] – Les Eyzies de Tayac [24]
Oggi tappa brevissima. Sapendo che la strada che porta a Beynac è stretta e negli orari di punta un vero delirio, decidiamo di partire presto. Così arriviamo a destinazione che il piccolo borgo dorme ancora …. i variopinti negozietti che ricordavo sono chiusi, i bar e i ristoranti deserti …. in pratica non c’è ancora nessun turista …. anche il castello è chiuso …. Passeggiamo soli per il borgo e non
sento l’emozione della scorsa volta. Finalmente apre il castello, ma come al solito le visite sono guidate in lingua francese e senza audio guide.
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Ci rinunciamo e ci dirigiamo verso Sarlat la Caneda. Perla del Perigord che non ci merita. Anche questa volta, dopo aver fatto 4 chilometri di coda per arrivarci, arriviamo all’area camper completamente invasa da camper e auto. Mentre si libera un posto camper e stiamo parcheggiando un gentilissimo signore ci soffia il posto. A nulla valgono le nostre proteste ….e non ci sono gendarmi in giro! Arrabbiati facciamo dietro-front e passiamo direttamente alla meta successiva: Les Eyzies de Tayac. L’area sosta in riva al fiume Vézère è davvero bella. Le piazzole sono delimitate da siepi. Troviamo un posto, apriamo il nostro tendalino e montiamo tavolo e sedie. Il caldo è atroce. Per la gioia di Riccardo visitiamo il Museo nazionale della preistoria che con i suoi filmati, i suoi reperti archeologici, gli scheletri e … l’aria condizionata …. ci fa fare un salto all’indietro nel tempo. Tornati al camper, troviamo ristoro in riva al fiume dove ci riposiamo fin verso le 18.00. Per accontentare ancora Riccardo, prendiamo poi le biciclette e facciamo una passeggiata nei dintorni. Stasera si cena all’aperto, con salsiccette e birra.

14 agosto 2011
Grotte di Rouffignac [25] – Monpazier [26] – Monbazillac [27]
Stamattina il tempo fa un po’ i capricci. Ho scelto le grotte di Rouffignac perché mi sembrava carina l’idea di esplorare la grotta a bordo di un trenino. Effettivamente, entrare in questa grotta per circa 4 km, al buio, pensando che milioni di anni fa era abitata da popolazioni primitive è stata un esperienza indimenticabile. Purtroppo la visita era senza audio guide, ma ho cercato di tradurre il più possibile ai due ragazzi. Mentre ci addentravamo nella caverna abbiamo visto i profondi graffi lasciati sulle pareti dagli orsi e dagli uomini, cavalli, bisonti e mammut disegnati perfettamente (inspiegabile ancora ai nostri giorni come ci possano essere disegni di mammut all’interno della grotta visto che nel Perigord e dintorni non è mai stato trovato uno scheletro o un fossile di questo animale). Alla fine del percorso siamo scesi dal trenino e abbiamo guardato all’insù …. Il soffitto era letteralmente coperto di disegni di cavalli, capre, renne e cavalli. Un vero capolavoro di arte preistorica. Un esperienza da non perdere.
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A Belves, altro borgo medioevale non troviamo posteggio. In centro c’è una festa (medioevale appunto) e l’affluenza di gente è piuttosto elevata. Aspettiamo alcuni minuti per vedere se si libera un posteggio ma inutilmente. Riprendiamo così il nostro itinerario diretti a Monpazier. Monpazier è una delle più affascinanti e meglio conservate bastides di tutto il sud-ovest della Francia. Nella piazza centrale e sotto le arcate del mercato cinquecentesco è allestito un mercatino di cianfrusaglie che dona al borgo un aspetto ancora più antico dei mobili e delle suppellettili in vendita. La passeggiata è piacevole.
Ci rechiamo poi a Monbazillac e il tempo non migliora. Non sappiamo bene cosa aspettarci da questo piccolo paese tra le colline ricoperte di vigneti dell’Aquitaine. Quello che troveremo diventerà uno dei momenti più spensierati della nostra vacanza. L’area camper segnalata (gratuita) altro non è che uno spazio adiacente ad un vigneto, completo di tutti i servizi, messo a disposizione da un ex camperista che di professione fa il viticultore. Ci stupisce la sua simpatia nell’accoglierci. Dice qualche parola in italiano e conosce la nostra zona di provenienza. Un giretto in paese col suo castello che domina la vallata e poi torniamo al camper. Alle 18.00 si apre la cantina del sig. Fabrice che ci fa degustare ben sei tipi di vini differenti. Rosso, rosato e una serie di vini bianchi più o meno alcolici rendono un tantino euforica la nostra serata.

15 -16 – 17 agosto 2011
Saint Emilion [28] – Lacanau Océan [29]
Acquistate sei bottiglie di buon vino ci avviciniamo all’oceano sperando che il tempo migliori un po’. Infatti … arriviamo a Saint Emilion (dopo una tappa ad un centro commerciale dove Riccardo acquista un giubbotto di pelle e un paio di jeans) e inizia a piovere più forte. Dopo aver parcheggiato sulla strada prima di entrare in paese, indossiamo per la prima volta in questa vacanza i kway e cominciamo la visita. Il paese si è sviluppato nei secoli intorno ad un eremo nel settecento. Tutto nei toni dell’ocra e del rosa Saint Emilion è davvero un paese caratteristico. Un vero peccato che la pioggia abbia rovinato e affrettato la nostra visita. Ci addentriamo nelle vie lastricate dove ogni porta è una cantina e una degustazione e arriviamo in centro. Ammiriamo l’Abbazia col suo bellissimo chiostro, la piazza dell’Eglise Monolithe col suo altissimo campanile e poi camminiamo per le viuzze prendendo tutta la pioggia che scende.
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Passiamo la città di Bordeaux e ci dirigiamo verso l’oceano. L’idea è di fermarci qualche giorno.
Sostiamo presso l’area di soste di Lacanau Ocèan in località Hude. Stiamo trafficando con la macchinetta della biglietteria automatica, quando due gentilissimi camperisti francesi, ci regalano il loro biglietto valido fino all’indomani mattina alle 11.00. Non ci par vero di trovare qualche francese cordiale. Così entriamo e ci sistemiamo. L’area dista circa 2km. e mezzo dalla spiaggia ma è in una posizione tranquilla e percorrendo una pista ciclabile completamente sotto la pineta riusciamo ad arrivare alla spiaggia in poco tempo. Scopriamo così’ un mondo parallelo. La spiaggia che si estende sotto la duna è color dell’oro pallido ed è infinita. Le onde sono bianchissime e spiccano tra il blu dell’oceano e il turchese del cielo terso. C’è una gara di surf in corso e ci divertiamo a guardare le prodezze degli atleti. Musica e tantissima gente tutt’intorno. Passeremo i successivi due giorni cosi, persi tra mare e sole a giocare sulla spiaggia e con le onde dell’oceano, a passeggiare sulla sabbia e a pedalare sotto i pini e a sera ci godremo spettacolari tramonti. Non voglio aggiungo altro. E’ stato semplicemente fantastico.
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18 agosto 2011
Aubeterre sur Dronne [30] – Perigueux [31]
Lasciamo a malincuore l’oceano. Se la giornata fosse stata soleggiata ci saremmo sicuramente fermati un giorno in più ma stamattina uno fitto strato di nuvole copre il sole. Siamo piuttosto in anticipo sulla tabella di marcia e quindi dovremo inventarci qualche nuova tappa prima del rientro.
Arriviamo nel dipartimento della Charente (devo ricordarmi di comprare una bottiglia di “Pineau” un vino liquorose assolutamente delizioso). Aubeterre non è la cittadina che ci aspettavamo di vedere. E’ molto caratteristica coi suoi balconi alla tedesca e le sua viuzze lastricate ma ci arriviamo nel corso di uno sciopero degli operatori ecologici e quindi troviamo sacchetti della spazzatura di sgradevole profumo disseminati un po’ ovunque. Un vero peccato. Passeggiamo comunque tra i suoi vicoli ma non ci soffermiamo troppo.
Per arrivare nella città capitale del Perigord (bianco questa volta) il tommy ci fa fare dei percorsi assurdi. Dopo una ventina ci chilometri di stradine strette, curve e pericolosi saliscendi, arriviamo in vista di Perigueux. L’area camper (€5) è in riva al fiume poco distante dalla Cattedrale di Saint Front. Questa città ci piace. Città moderna, mantiene inalterato il suo aspetto storico con case e monumenti che abbracciano diverse epoche. E’ dominata dall’elegante cattedrale costruita anch’essa con un insieme di stili e di elementi diversi che ben si amalgamano tra loro.
Passeggiamo senza fretta godendoci le piazzette e le piccole vie invase dai turisti che si attardano nei numerosi negozi di prodotti locali e souvenir. Profumi e colori, gente e pioggia …. Ancora … e noi senza ombrelli né Kway torniamo al camper. Smetterà subito dopo... ovviamente!
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19 agosto 2011
Brantôme [32] – St.Jean de Côle [33] – Castello di Hautefort [34] – Montiganc [35] - Lascaux [36]
Giornata molto impegnativa. Brantôme è considerata la Venezia del Perigord perché sorge su un isola in un ansa del fiume Dromme. L’abbazia benedettina col suo campanile (uno dei più antichi di Francia) e un ponte cinquecentesco dominano questo piccolo villaggio che oggi è reso ancor più vivace e colorato dal mercato. Così l’architettura e la bellezza dei monumenti si mescolano alle bancarelle di frutta e formaggio locale rendendo la nostra passeggiata ancora più originale.
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Ci concediamo anche una breve visita di St. Jean de Côle che è un minuscolo borgo con un'unica piazza sulla quale si affacciano un castello e una chiesa che accoglie i visitatori con una melodica musica sacra. Infine arriviamo al castello di Hautefort. La scelta è ricaduta su questo castello in quanto è visitabile singolarmente con il supporto di un opuscolo in italiano. Il castello è una costruzione molto imponente con dei curatissimi giardini alla francese. Visitiamo i lussuosi interni ristrutturati dopo l’incendio del 1968. Ci colpiscono in particolar modo il grande salone con imponenti camini e raffinati razzi e la tour de Bretagne al cui interno è allestita una sorta di sala dei ricordi, con foto (comprese quelle dell’incendio), attrezzature e ricordi delle varie epoche storiche.
La più grande emozione della giornata però la viviamo nel pomeriggio. Arriviamo a Montignac e troviamo l’area camper (gratuita). Posteggiamo sotto le piante e ci avviamo al paese. Riccardo è al settimo cielo. Le grotte di Lascaux sono state per lui oggetto di studio lo scorso anno scolastico e ne è rimasto talmente affascinato che non possiamo assolutamente deludere questa sua aspettativa. E per dirla tutta, anch’io non sto più nella pelle…. Sono le 15.00 e fa un caldo pazzesco. Prenotiamo la visita (in francese) per le ore 17.00. Montignac dista circa un chilometro e mezzo dall’entrata della grotta: 5 minuti in auto una mezz’oretta a piedi. Visto che abbiamo tempo decidiamo di non spostare il camper. Pessima idea… la strada è in salita e al sole… arriviamo a destinazione che siamo lessi. Fortunatamente abbiamo tutto il tempo di riprenderci e di rinfrescarci sotto le piante antistanti le grotte. Quando arriva il nostro turno Riccardo sembra una pallina da ping-pong impazzita. Scendiamo nella grotta dimenticandoci che si tratta di una ricostruzione perfetta. Per noi è la grotta scoperta dai quattro ragazzini che cercavano il loro cagnolino nel lontano 1940. Non conosco abbastanza aggettivi per descrivere le sensazioni e le emozioni che ognuno di noi ha provato. Questa galleria d’arte primitiva lascia senza fiato e non si vorrebbe mai uscirne. Ogni minuscolo dettaglio è un capolavoro. Il momento più bello? Quando la guida ha spento le luci e ha accostato la fiammella dell’accendino alle pitture. Per un attimo ci è sembrato che il toro illuminato da quella debole luce stesse per scendere dalla parete e venire verso di noi. Incredibile davvero! Spettacolare! Ne siamo usciti estasiati. Ripercorriamo poi, sempre sotto il sole caldo, la strada di ritorno e poi una bella doccia fresca conclude questa giornata indimenticabile. Un'altra di quelle esperienze che ti rimangono appiccicate addosso per sempre.

20 agosto 2011
Volcan de Lamptegy [37] – Feurs [38]
Ci avviciniamo lentamente al confine. Percorriamo così circa 150 km. di autostrada e torniamo in Auvergne. Come ultima tappa importante in terra francese mi piacerebbe una scampagnata sulla Chaine des Puys la catena dei vulcani. Usciti dall’autostrada imbocchiamo la strada che ci porta verso il più famoso dei vulcani il Puy de Dôme ai cui piedi tommy ci dice esserci un area camper.
Quando ci arriviamo scopriamo che stanno costruendo una cremagliera che tra qualche anno porterà i turisti direttamente sulla cima. Per il momento l’area camper è stata soppressa e si può salire al vulcano solo a piedi (o con lo auto ovviamente). Rinunciamo così all’impresa anche se mi rimane il dubbio che ci fosse una navetta …. ho visto alcuni camper posteggiati a circa un chilometro … ma il mio autista prosegue. Decidiamo allora di fermarci all’inizio della statale dove una luminosa insegna aveva attratto la nostra attenzione. Sarà l’inizio di una nuova spettacolare avventura. Entriamo nel vulcano di Lamptegy. Il vulcano, vecchio di 20000 anni è diventato nel dopoguerra una miniera a cielo aperto. I suoi strati lavici hanno prodotto negli anni 50 migliaia di mattoni con i quali sono state ricostruite le città bombardate e successivamente, fino alla chiusura della miniera negli anni 60, la Puzolane (termine coniato in onore di Pozzuoli in Italia): piccoli sassolini lavici di tutte le dimensioni che venivano impiegati come materiale isolante e drenante in agricoltura o in edilizia. La visita al vulcano si può fare sia con un trenino sia a piedi. Sono le 13.00 e il primo trenino disponibile è alle 16.30. Optiamo quindi per la visita pedestre. Capiremo più tardi che è stata la scelta migliore. Prima dell’inizio della visita assistiamo alla proiezione di due filmati che ripercorrono la storia della miniera e del suo sfruttamento e l’origine dei vulcani della catena. Infine ci avviamo per il sentiero con la nostra guida Rémi. Ed eccoli lì tutti schierate davanti a noi le tondeggianti colline verdi dei vulcani. Che bello! Più avanti arriviamo su una specie di terrazza naturale da dove si domina l’intera miniera. Mentre camminiamo attraverso i vari strati lavici depositati nel corso degli anni (il cratere era a circa 50 metri sopra le nostre teste) impariamo un po’ di geologia e di morfologia del territorio. La sensazione anche qui è straordinaria. Ogni colore della roccia intorno a noi rappresenta una colata lavica più chiara quella che più interna, nera quella esterna. Guardiamo stupiti le enormi bombe vulcaniche fin che arriviamo al camino del primo vulcano formatosi tanti e tanti anni fa. Verso la fine del percorso entriamo nella zona adibita a miniera. I vecchi macchinari ormai arrugginiti e le montagne di puzolane ci riportano indietro nel dopoguerra, quando per vivere i minatori con picconi e badili lavoravano dal lunedì alla domenica mattina. Che vita …. All’uscita ci aspetta una piccola attrazione: un simulatore ci fa provare i brividi dell’ esplosione di una mina all’interno di una miniera. Davvero simpatico e piacevole.
Proseguiamo ancora per un centinaio di chilometri ed usciamo nei pressi di Feurs. Troviamo un campeggio (€12.45) e ci fermiamo. Conosciamo una simpatica coppia di Brugherio che hanno iniziato le loro vacanze ieri e stanno viaggiando senza una meta precisa. Lascerò loro il nostro itinerario … noi ormai siamo arrivati agli sgoccioli.
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21 agosto 2011
Aiguebellette sur lac [39]
Dopo una veloce occhiata all’ atlante stradale valutiamo di dividere in due tappe l’ultimo tratto di strada che ci separa da casa. E’ così che arrivati nei pressi di Chambery deviamo verso il lago di Aiguebellette. Oggi è domenica (piccolo particolare a cui non avevamo pensato) e infatti la strada è congestionata e l’unico parcheggio permesso ai camper è talmente pieno che non potrebbe entrarci nemmeno una Smart. Ci troviamo così a fare il giro del laghetto fino a che non troviamo la zona dei campeggi. Ci infiliamo nel primo (€ 16.14). Parcheggiamo in una bella piazzola spaziosa e ombreggiata. In un battibaleno abbiamo già piazzato tendalino, tappeto sedie e tavolino; abbiamo già recuperato asciugamani e costumi e dopo aver pranzato ed esserci rilassati un po’ via … tutti al lago a rinfrescarci. Sono un po’ titubante ma alla fine mi lascio convincere. L’acqua è fresca e ristoratrice. Con questo caldo un bagno rigenerante ci voleva proprio. Considerando che domani a quest’ora saremo già a casa …. sempre sul lago d’accordo …. ma sarà tutta un’altra storia.

22 agosto 2011
Sestriére [40] – Inarzo [41]
Che dire …. Usciamo dal tunnel del Frejus e siccome abbiamo talmente tanta voglia di tornare a casa pensiamo di allungare un po’ il percorso sulle orme di un week-end che avevamo fatto lo scorso inverno e rivisitando i luoghi delle olimpiadi invernali del 2006. Dopo una passeggiata in centro a Sestrière ci spostiamo a Pragelato e pranziamo in riva allo stesso ruscello nelle cui vicinanze ci eravamo divertiti coi bob. La montagna ora ha un fascino completamente diverso. A malincuore ripartiamo e questa volta non ci saranno più tappe…. almeno fino alle prossime vacanze!

Conclusioni:
Colori di Francia. Sono stati i colori il vero filo conduttore di questa vacanza. Ricorderemo l’ocra delle rocce del Perigord, il bianco delle spumeggianti onde dell’Atlantico, il giallo degli sterminati campi di girasole della Lot e della Garonne, il verde intenso dei vulcani e degli altipiani dell’Auvergne, il marrone cupo del vulcano di Lamptegy , il rosso scuro della case di Collange, tutte le gradazioni dei marroni, dei rossi, degli ocra e dei ruggini dei dipinti nella salle des toreaux a Lascaux, il turchese dell’acqua sotto il Pont d’Arc, il viola intenso dei grappoli nei vigneti di Mombazillac, l’ambra del Pineau des Charente, il grigio scuro dei nuvoloni sopra il lago di Coucouron, l’oro pallido della spiaggia di Lacanau, il bianco opaco delle stalattiti di Rocamandour…. Un viaggio tranquillo e indimenticabile tra la natura e le meraviglie di quella straordinaria nazione che è la Francia. [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] Youposition.it – i viaggi di Nemo3 – per vedere dal satellite tutti questi splendidi colori.
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