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Baviera d'inverno

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Messaggio Da Camperfree Mer 14 Dic 2011, 09:19

Baviera d'inverno

di Zetros

Domenica 27 dicembre 2009
Quest'anno le vacanze di Natale, o meglio subito dopo Natale abbiamo deciso di trascorrerle in Germania; paese che ci piace molto e che già più volte abbiamo visitato.
Abbiamo come sempre un itinerario di massima che mi sono ricavato leggendo qua e la in internet e la sequenza stradale (chiamiamola così) lo messa giù con Tyre.
Tyre lavora poi con Tom Tom, ma pur essendone in possesso, per la Germania preferisco portarmi il Becker che mi sembra molto più aggiornato e preciso (sarà perchè lo fanno loro......).
Lavoro pure il giorno di Santo Stefano per cui la partenza è fissata per domenica 27 dicembre e come sempre di buon mattino tocca a me andar a prendere il camper e portarlo a casa dove velocemente carichiamo quel che ci serve (compreso attrezzatura per visite alle terme che troveremo lungo il percorso).
Verso le 14.00 partiamo direzione Tarvisio che passiamo facendo anche gasolio e comperando la vignetta; proseguiamo con la sera che scende ed il cielo è davvero bellissimo tinto di un rosso intenso che fa ben sperare (conoscete il proverbio vero?).
Villach lo lasciamo ben presto alle nostre spalle, e puntiamo verso Salisburgo che verso le sette di sera e complice il buio ci regala un panorama stupendo di luci e lucine da farlo sembrare un presepe.
Usciamo poco dopo per percorrere ancora dei km di strada normale fino a Bad Reichenhall dove l'area di sosta sita presso le Terme Rupertus ci vede entrare verso le 20.00.
L'indirizzo esatto è Wohnmobilpark Bad Reichenhall An der Rupertus Therme, 83435 Bad Reichenhall Hammerschmiedweg.
Molto carina e ben tenuta, come del resto la maggior parte delle aree in Germania.
C'è carico e scarico chiare/scure e l'elettricità (compresa nel prezzo di 13 euro per dì) viene erogata da colonnette la cui chiave troverete presso il distributore di benzina Aral che superate per entrare nell'area e che vi chiederà 20 euro per cauzione della chiavetta.
Le strade percorse leggermente innevate e gelate (obbligatorie catene e pneumatici da neve) mi hanno proprio sfinito e quindi dopo aver passeggiato un pochino con Irene, osservato altri camperisti che rientravano dalla stazione termale e sistemato la copertura del nostro “incrociatore” ci ritiriamo per una cenetta fugace, un dvd e poi il meritato riposo.
Fuori un cielo stellato, limpidissimo fa da tetto alla Jenny che fuma la sua ultima sigaretta in pace; non fa freddo e si sta benone. Buonanotte.

Lunedì 28 dicembre 2009
Siamo ufficialmente entrati in ferie e lo si vede dall'orario di sveglia e dai ritmi che teniamo anche dopo esserci alzati.
Un buon caffè o meglio il suo profumo inonda il camper mentre Irene se ne viene in mansarda per entrare sotto le coperte e starmi vicino.
E' un suo must questo e manco a dirlo a me piace ancor di più.
Abbassiamo gli oscuranti e facciamo entrare la luce del giorno; giorno che si preannuncia bello con un pallido sole che fa capolino dalle montagne che ci circondano.
Da segnalare che qui siamo vicinissimi al Nido dell'Aquila, residenza di Hitler ricevuta in regalo per il suo compleanno ed addobbata anche con un camino in marmo rosso donato da Mussolini.
Forse evocare certi nomi ed eventi ad essi associati suona male ma, il posto è fantastico ed ora meta turistica frequentatissima per lo splendido panorama che si ammira nelle giornate di cielo limpido (si arriva a vedere Salisburgo).
Controllate il periodo d'apertura se decidete di venirci e sappiate che si parcheggia in un piazzale da dove un pullman parte per portarvi all'inizio di un tunnel scavato nella montagna che si collega ad un ascensore che sale in quota; una breve passeggiata tra panorami mozzafiato e natura incontaminata faranno il resto e vi introdurranno al Nido dell'Aquila.
Noi dal canto nostro ci alziamo e con calma ci mettiamo in moto direzione Berchtesgaden dove giungiamo in meno di mezz'oretta essendo molto vicine le due città ma attraversando paesini e panorami davvero bello nonostante la stagione invernale.
Per entrambe il denominatore comune è il sale (l'oro bianco altrimenti definito) e se a Berchtesgaden trovate la miniera di sale, a Bad Reichenhall troverete la vecchia salina (Alte Salina) ai piedi del castello di Gruttenstein.
Le due visite vanno di pari passo, ma noi ci concentriamo sulla miniera ed in breve, trovato parcheggio, ci mettiamo i giubbotti e ci incamminiamo verso l'entrata.
Il biglietto si può fare alla cassa automatica prima dell'ingresso, online nel loro sito internet ma solo il giorno prima dell'ingresso, oppure all'interno.
Veniamo dotati di tute in tessuto che fungono da protezione per i nostri vestiti, devo dire anche carine rispetto ad altre usate ad esempio a Salisburgo e con un trenino e vagoncini ci infiliamo in un budello dove bisogna fare attenzione a non sporgersi più di tanto.
Il trenino corre veloce, nonostante lo scartamento sia ridotto e proprio in funzione di questo le curve sono secche e repentine; si ha l'impressione di andare a sbattere contro la parete della montagna ed invece all'ultimo secondo sterza e rimani con l'adrenalina a mille.
Queste miniere a più livelli sono state scavate nel ventre del monte Watzmann (2713 metri) ed ancor oggi si possono visitare grazie ad un percorso ben tenuto ordinato e privo di pericoli.
Spiegazioni in tedesco ed inglese ci hanno accompagnato, ma sono a disposizione guide e audioguide in italiano.
Si attraversa anche un lago sotterraneo alquanto suggestivo e dove giochi di luci a neon accompagnate da un musica d'atmosfera creano un effetto particolare; sembra di stare in una diversa dimensione.
Visitiamo le varie sale, usiamo per la gioia di grandi e piccini gli scivoli di legno che ci fanno sfrecciare verso sale inferiori sempre più giù nel ventre della montagna, osserviamo i pozzi di calata ed i carrelli usati per il trasporto di materiale, la cappella ricavata a ricordo di coloro che non ce l'hanno fatta e vari attrezzi usati per la lavorazione e l'estrazione.
Rispetto ad altre visitate, qui si ha la sensazione che la tecnologia e strumenti meno obsoleti abbiamo gestito le varie fasi di lavorazione e la sensazione di modernità si respira abbondantemente.
Questa almeno la mia impressione.
All'uscita veniamo omaggiati di piccoli e graziosi salarini ed altri gadgets li comperiamo nel negozio attiguo.
Ci sfamiamo velocemente presso un baretto vicino alla miniera (lo stesso che ci ha fornito il caffè mentre attendavamo di entrare alle 11.00) con dei wurstel e del pane.
Niente liquidi da bere, berremo in camper.
Cassa automatica per il parcheggio e via subito verso il lago del Re altrimenti detto Konigssee.
Dicono sia lo specchio d'acqua più pulito d'Europa ed è praticamente incastonato come un diamante nel parco Nazionale del Berchtesgaden, nato appunto per proteggere questo piccolo paradiso della Baviera.
Assomiglia moltissimo ad un fiordo norvegese.
La passeggiata di avvicinamento agli imbarchi è un susseguirsi di gasthaus, negozi e negozietti di abbigliamento sportivo e souvenirs.
La navigazione viene effettuata ora con barche elettriche e sta proprio in questo il fascino del Konigssee e se volete davvero rilassarvi, prendete un biglietto ed arrivate almeno fino alla cappella dedicata a San Bartolomeo, famosa per le sue cupole colorate.
Durante il tragitto la barca si ferma e con un filocorno vi faranno udire l'eco che rimbalza come per incanto dal versante destro.
E' la principale attrazione ed una volta veniva sparato un colpo con un mortaretto a mano pieno di polvere nera e dicono si arrivasse ad udire l'eco fino a sette volte.
Questo lago è lungo 8 km, largo fino a 1,25 km e profondo circa 200 metri.
L'acqua rimane fredda anche in estate a causa dei molti affluenti sotterranei che contribuiscono anche alla limpidezza delle acque.
Qui si vede il monte Watzmann (sempre quello della miniera) da altra angolazione ed una leggenda narra che il maggior rilievo sarebbe appunto re Watzmann, la seconda la regina e le cime nel mezzo a questi due picchi i loro sette figli. Il Re era un sovrano crudele (dice sempre la leggenda sia chiaro) e per castigo divino fu trasformato in pietra con tutta la sua famiglia.
Di certo invece sappiamo che la parete orientale del Watzmann, coi suoi 2000 metri, è la parete più alta della Alpi orientali e che per la prima volta fu scalata nel 1881.
Tuttora è considerata difficile e pericolosa l'ascesa, della durata di 8 – 10 ore e fino ad oggi ha già voluto un elevato tributo di vite umane (oltre un centinaio le vittime).
Giunti all'isolotto oltre alla cappella troverete delle passeggiate da effettuare se ne avete voglia, in mezzo ad un bosco naturale e non curato dove la flora regna incontaminata e sovrana.
Gli alberi cadono spontaneamente per vecchiaia, malattia o altro e rimangono li osservati da altri che crescono.
Per chi volesse in un paio d'ore costeggiando il lago si arriva ai piedi della parete orientale del Watzmann dove un cappella di ghiaccio, anche in estate non si scioglie e rimane perennemente li per la gioia e la vista degli appassionati.
Pittoresco il piccolo rifugio che vende pesce di lago affumicato, birra e strudel.
Visto il periodo mi son accontentato di un buon brulè rosso (gluhwien) ed un paio di tazze di te per le mie donne; alla fine però ho ceduto ad un pane tedesco con burro molto invitante lasciandone un paio di pezzi ad Irene che li ha voluti dare alle anatre che in abbondanza nuotano nei pressi dell'isola.
La palazzina di caccia annessa alla cappella è ora un ristorante con un giardino per l'estate che reputo molto invitante.
Tutta l'attraversata dura circa un paio d'ore e torniamo che sta iniziando a fare buio.
Non avevamo problemi di parcheggio avendolo pagato per 24h alla modica cifra di 2 euro.
Ci godiamo i negozi e le bancarelle e piano piano siamo al camper che troviamo bello caldo avendo lasciato la stufa accesa.
Dobbiamo fare gasolio ancora e siccome rientriamo per breve tempo e percorrenza in Austria, becchiamo un distributore a 0,999 centesimi e ne approfittiamo.
Non ero in riserva ancora ma con 44 euro mi son fatto il pieno.
Carichi anche di gasolio puntiamo diritti verso Priem Am Chiemsee dove un'area di sosta teoricamente ci aspetta.
Teoricamente perchè in effetti non c'è nulla e comprendiamo che sono degli ampi spazi tra gli alberi adibiti a sosta in estate o meglio in stagione balneare.
Anche l'unico camping è chiuso ed il piazzale per la sosta agli imbarchi ha il cartello di divieto camping e non rischiamo anche se noi facevamo solo regolare sosta con tanto di pagamento del parcheggio.
Mano alla guida e troviamo a 15 km una fattoria e mai scelta fu stata migliore.
Ad Ubersee frazione Stegen presso la fattoria di Josef Schmidt (GPS: 47°48' 44” N 12° 29' 18” E) troviamo un'accoglienza fantastica.
Dei 14 posti, 12 sono occupati da una compagnia di tedeschi gentilissimi e la signora ci fa vedere piazzola, attacco luce (segnate su un foglio i numeri del contatore perchè poi pagherete 0,40 centesimi a kW consumato), docce caldissime tendenti al bollente erogate con gettone dal costo di un euro per 2,30 minuti, scarico per le grigie con relativa canna per il risciacquo, sala convivio con mobile bar e cioccolata del gruppo dei tedeschi ed infine area per la raccolta differenziata, rigorosamente differenziata.
Esiste in loco anche un distributore di birre e ne prendiamo un paio che ci faremo fuori a cena.
Le docce sono bollenti e bellissime, sembra di fare una sauna e pur essendo vicine alla stalla, non si sente minimamente odore.
Stasera provo a sintonizzare l'antenna e ci guardiamo un film leggero leggero su Italia 1 mentre ceniamo con bistecchine di cavallo ed insalata...............e le birre!!!!!!!!!!!!
Anche questa giornata è andata e con la buonanotte che ci auguriamo ci abbandoniamo nel mondo di Morfeo che ci accoglie in men che non si dica.

Martedì 29 Dicembre 2009
Sveglia come sempre tardissimo e tra una cosa e l'altra usciamo dal camper alle 10.30 per pagare e salutare la signora (spendiamo in totale 20 euro che comprendono 4,80 euro delle birre, 1,60 di elettricità, 3 euro di gettoni per l'acqua calda della doccia e 10 euro per la piazzola di sosta con abbuono di 60 centesimi di euro).
Sono stati gentilissimi qui e ce la segnamo perchè merita veramente quest'area.
Facciamo rotta verso Priem am Chiemsee per cercare l'imbarco per l'isola degli uomini (Herreninsel) e dove ha sede il castello di Herrenchiemsee.
Un apposito e grande parcheggio ci accoglie e come immaginavamo non c'è ressa; i visitatori ci sono, la barca è piena ma non c'è confusione e calca.
Il biglietto lo possiamo fare in barca unitamente ad una stecca di cioccolata, una tazza di the caldo, una fetta di strudel alle mele con un brulè caldo (era migliore però quello preso nel bar vicino alla miniera di sale, questo era parecchio acido e duro e solo tre bustine di zucchero lo hanno reso sorseggiabile).
In Germania quasi tutto funziona alla perfezione ed anche la barca stacca dal molo in perfetto orario e dopo una quindicina di minuti di navigazione raggiungiamo una prima isola dove fa scalo veloce per poi ripartire con altrettanta velocità verso la nostra meta.
Fa freddo e piove e siamo attrezzati con ombrelli.
Dal molo si intravvede il convento degli Agostiniani e la strada si inerpica su una collina per poi rimanere in quota ed arrivare al castello.
Nel periodo primaverile – estivo funziona un servizio di carrozza con cavalli al costo di 3 euro a testa ma nel periodo invernale questo servizio è sospeso e pertanto bisogna sorbirsi 25-30 minuti di camminata in mezzo ad un parco secolare bellissimo e curato.
Prati recintati fanno supporre che vi siano i cavalli liberi nel periodo meno freddi
L'ultimo tratto in salita lo percorriamo con gli occhi fissi sulla facciata del castello che dagli alberi si sta delineando e la sua imponenza è davvero notevole.
Nelle sue manie di onnipotenza (mi ricorda qualcuno questo Re Ludwig II....................) a partire dal
1878 decise di far costruire qui una copia esatta della reggia di Versailles per il Re Sole Luigi XIV che venerava.
Qualcuno lo ha definito un monumento eretto all'assolutismo senza alcuna funzione pratica.
Chi fu incaricato della realizzazione dovette occuparsi e studiare il modello realizzando e ricostruendo anche stanze che a Versailles non esistevano più.
Gli artigiani compresero al volo che questa era l'ultima opera che poteva dar loro sostentamento per anni e ci misero tutta la loro passione e la loro arte nel realizzare stanze che testimoniavano l'arte decorativa nel massimo della sua espressione, con arredi di gran lunga più sfarzosi della copiata reggia parigina.
Anche il parco era ideato in maniera di coprire tutta l'isola, ma i bavaresi, compresa la smania del Re lo fecero ritirare nella zona dove ha poi trovato anche la morte in circostanza mai chiarite finora ed il castello, come del resto il parco rimasero incompiuti.
Teniamo presente che erigerlo su un isola comportava un dispendio di energie, forze e soprattutto danaro a causa proprio della difficoltà intrinseca di trasporto ad esempio dei materiali da costruzione.
Rimane in ogni caso una visita bellissima da fare a mio personale giudizio quando si vuole, ma risulta evidente che nella stagione calda o della fioritura si può godere appieno dei giardini e delle fontane in funzione, cosa non possibile in questo periodo.
Visitiamo l'interno con una guida tedesca che però si avvale di supporti digitali in ogni stanza per spiegarla e la visita parte alle 12,55.
Non dura molto anche perchè come detto, le idee di questo re erano molte ma realizzate poche, motivo per cui in meno di un'oretta siamo già alla fine del percorso.
Percorso che, sia pur breve, lascia incantati davvero per la magnificenza delle sale.
C'è un self service all'interno e prima di visitare il museo con il medesimo biglietto valido sei mesi
preferiamo mangiare qualcosa.
Ci sediamo in una piccola veranda che dà sul giardino e le fontane e la visione è a dir poco splendida e ne rimaniamo soddisfatti.
Scherzando prendo in giro le mie donne dicendo loro che le sto ospitando nel castello e le sto sfamando nella veranda con vista giardino e più in là del lago.
Con il medesimo biglietto (valido per sei mesi) si visita anche il museo dedicato a Re Ludwig ed inaugurato nel 1987.
Sito nell'ala sud è composto da 12 stanze per l'occorrenza trasformate e rese atte alla mostra.
Qui si vivono le diverse fasi della vita del sovrano, dalla nascita alla morte appunto e come detto avvenuta in maniera tragica; si vedono busti, foto storiche ed abiti originali.
Si possono vedere numerose testimonianze della sua passione per la musica e come molti sanno era sovvenzionatore di Richard Wagner.
Sono presenti pure i disegni degli altri due castelli fatti erigere da Ludwig II (Neuschwanstein e Linderhof) oltre che al presente Herrenchiemsee ed altri faraonici progetti mai realizzati.
Il mobilio, sontuoso ed originale, proviene dall'appartamento della Residenza sita a Monaco ed andato distrutto e dalla prima camera da letto del castello di Linderhof e rappresentano le maggiori attrazioni del museo.
Non c'è due senza tre ed ecco che col medesimo biglietto si entra (sempre nell'arco di sei mesi di tempo) anche al Convento degli Agostiniani.
Barocco, a quatto ali è tuttora esistente e venne costruito sui resti degli edifici medievali preesistenti a partire dal 1645 fino al 1730.
Sala Imperiale e Stanza del Giardino si ammirano nell'ala Sud al Piano dei Principi e dove pitture murali ed arredi sono conservati integralmente.
E' definita una delle stanze più pregiate dell'arte profana barocca in Germania.
Ala est, Piano Conventuale si trova la Sala della Biblioteca affrescata da Zimmermann.
Nelle altre due ali si trova il Museo della Costituzione in una ed il Museo della più antica struttura conventuale in Baviera nell'altra.
Abbiamo fatto le sedici e tra un quarto d'ora parte la motonave per tornare a Priem e pertanto ci infiliamo giù per la discesa fino al molo, dove chiediamo se il biglietto fatto è valido per il ritorno (risposta affermativa), due minuti per wc e sistemazione e via di nuovo in barca.
E' piena e dobbiamo stare in piedi, ma poco importa perchè si tratta di non più di 15 minuti ed all'attracco saremo i primi a scendere.
Anche qui parking con cassa automatica, pochi spiccioli e via verso Burghauser.
Qui dovremmo trovare un 'area di sosta che in effetti c'è, carina, completa ma un pochino fuori mano dal centro e non ci garba molto.
Chiaramente giriamo per trovare in zona dell'altro visto che la guida diceva 500 mt dal centro e qui siamo a 2 km dal centro, ma non troviamo nulla.
Anzi, i vari cartelli incontrati su altre strade e traverse ci portavano sempre nella zona iniziale.
Pertanto decidiamo di spostarci ad Altotting dove troviamo l'area nel parcheggio comunale ma siamo giù di batteria e ci serve l'elettricità in quanto è triste in piena notte svegliarsi al freddo a causa della stufa spenta per scarsa alimentazione disponibile.
Il paese è anche carino, l'area è davvero comoda al centro e la terremo ben presente per future visite in zona ed in periodi meno rigidi magari.
Guardo la guida e cosa trovo????
Una fattoria a meno di 8 km; manco a dirlo Irene dice subito di andar lì, memore della stupenda esperienza vissuta la sera e la notte prima.
Troviamo un posto delizioso al quale si accede passando sotto ad un arco e dentro nel cortile tutto piastrellato perfetto e pulito,, ci concedono un angolo vicino al capannone.
Attacco la corrente elettrica ed anche qui si segna la partenza del contatore che per l'occasione il titolare appende alla parete; ci mostra il bagno e ci spiega la funzionalità.
Non ci serve acqua, né dobbiamo scaricare e pertanto in meno che non si dica ho già coperto il camper e sono pronto per una seratina da tv, cenetta, calduccio, partita a scala 40 con Irene, e tutto quello che ci verrà in mente di fare.
Non trovo più Irene e dopo averla chiamata arriva con una splendida esemplare di Golden Retriver femmina di sei anni fantastica.
Per tutto il tempo seguirà Irene anche mentre va a farsi la doccia e rimarrà ad aspettarla fuori davanti alla porta sia della doccia che del camper.
Ci voleva proprio ad Irene, che mi tortura perchè vuole un cane, un esperienza di questo tipo.
Laika, questo è il nome della c***a, sta anche a far compagnia a Jenny mentre fuma e la spinge su una gamba vedendola pensierosa.
Fantastica davvero e lascia tutto solo quando sente il treno (unico neo se vogliamo) perchè corre a vederlo e poi torna non appena questo è passato.
Forse vuole andare a farsi un viaggio e lo testimonia anche mettendo muso e due zampe sugli scalini del camper come a chiedere: “dai portatemi con voi per un giretto”.
Notte splendida, qualche treno ogni tanto ma non mi ha disturbato.

Mercoledì 30 Dicembre 2009
Ci lasciamo, a malincuore, alle spalle i cavalli che corrono nell'ampio recinto e l'atmosfera serena che si respirava in questo posto, ma sappiamo che per ogni lido che si abbandona, un altro è in attesa di esser scoperto; questo è lo spirito che ci anima ogni qualvolta accendiamo il motore, carichiamo qualcosa e partiamo.
Per dovere seganalo che si trattava della Peterhof, Peterhof 24 a Burkirchen GPS:48°9'3”N 12°45'0”E; posto per tre camper con acqua e scarico chiare e nere ed eletttricità ed è aperta tutto
l'anno.
Torniamo a Burghauser per la visita alla fortezza lunga ben 1043 metri e grazie a questo è la più lunga d'Europa.
Sorge sulla sommità della collina ed è stata edificata nei secoli XI – XII per i conti di Burghauser che la vollero come residenza.
Molto probabilmente prima era una fortezza celtica ed in seguito a più riprese ampliata con un ingresso da nord e dal portale Christofero dove capeggiano le insegne della casa reale bavarese.
Da qui parte la strada che attraversa tutto il castello e dove nella prima parte fino alla torre Kastengegenchreiben vi sono molti edifici abitati un tempo dal personale di servizio del castello, mentre nella sezione successiva si trova la cappella costruita per il duca Georg der Reiche e della sua sposa.
Date un'occhiata al belvedere da dove si vede un ramo del fiume Salzach, la torre delle streghe (Hexenturm) e la torre delle torture (Folterturm) che delimitano il penitenziario antico.
Nell'ordine poi il granaio ( detta anche casa Aventinus per il soggiorno di unno storico tedesco soprannominato appunto l'aventino), la Georgstor ed alla fine del prato finalmente si accede al palazzo ducale preceduto da vari corpi di fabbrica di epoche varie e dove all'interno c'è un cortile con due scale coperte che conducono agli appartamenti appartenuti un tempo alle donne (Kemenaten) ed alle stanze da soggiorno (Durnitz).
A sinistra del palazzo l'ennesima chiesa interna del castello o cappella Elisabeth.
Al ritorno prendiamo un vicolo che ci porta velocemente, complice la discesa vertiginosa, al paese dove le case dai caldi colori fanno bella mostra di sé ed attraversando il ponte si passa nella parte vecchia del paese dove c'era la dogana e da dove si ammira la fortezza in tutta la sua lunghezza ed in tutto la sua possenza.
Alla fine della visita ci troviamo una salita non indifferente da fare ed arrivati al camper decidiamo, vista anche l'ora (eran le dieci e mezza anche stamattina quando ci siamo mossi) di pranzare nel parcheggio della fortezza con una buona e sana pasta asciutta all'olio per Irene e dei tortellini alla salvia e burro fuso per il sottoscritto.
Siamo già alla vigilia della fine dell'anno e siccome è stato deciso di passarlo a Monaco, ci avviamo verso la capitale della Baviera, anche per prevenire eventuali pienoni nelle aree di sosta (paura infondata per la verità), memori del capodanno di due anni fa a Barcellona.
Verso le 17.00 siamo già sotto la stadio Allianz Arena in Werner Heisenberger Allee GPS 48°12'52”N e 11°37'28”E.
Problemi per il posto non ce ne sono, è il parcheggio dello stadio e pertanto c'è solo l'imbarazzo della scelta, ma hanno lesinato moltissimo nelle colonnette per l'elettricità; solo una con 10 prese di cui una non funzionante................ecco perchè era libera e mi stava aspettando.
Un gentile camperista di Verona si offre di sdoppiare il suo attacco e risolviamo la faccenda nel migliore dei modi (il giorno dopo farò io altrettanto con un equipaggio tedesco).
Parcheggiati e sistemati chiudiamo velocemente il camper e ingiubbottati di tutto punto, armati di ombrello zaino e berrettini ci dirigiamo alla fermata della metropolitana.
Per la fermata bisogna scarpinare un bel quarto d'ora ma lo facciamo con disinvoltura ammirando sia lo stadio che il parcheggio ricavato sotto di esso.
Negozi delle squadre di calcio locali (Bayern Monaco e Monaco 1860) sono presenti all'interno e sono visitabili tutti i giorni.
La biglietteria è automatica e sicuramente confidano nella serietà delle persone perchè in due giorni e svariati giri in metrò non abbiam visto un controllore che fosse uno.
Facciamo conti ma non capiamo se abbiamo convenienza e pertanto optiamo per il biglietto semplice da 2,40 valido tre ore.
I bimbi sotto i dieci anni non pagano...........almeno dovrei aver tradotto giusto.
Arriva in un battibaleno, anche se la precedente l'abbiamo persa per un soffio ed in dieci minuti siamo in Marienplatz (la Piazza di Maria) dove, complice l'orario, ci impressiona la moltitudine di
persone che vanno e vengono sopra e sotto terra.
Questo è il vero e proprio centro di Monaco dove abitanti e turisti passano senza esclusione ed è definito il salotto della città e si cammina senza problemi essendo oasi pedonale.
Qui si danno appuntamento tutti, ed i negozi offrono principalmente abbigliamento.
Nei tempi medievali si svolgevano mercati (principalmente quello del grano e del sale), mentre oggi solo quello di Natale e per un mese quasi occupa la piazza dove anche un pino pieno di luci rinnova la magica atmosfera natalizia.
A dominarla in ogni periodo dell'anno ci pensa il Neue Rasthaus o nuovo municipio edificato in stile neogotico tra il 1867 ed il 1908, sede dell'attuale amministrazione comunale ed al suo interno contiene ben sei cortili articolati.
La facciata principale è dominata dalla torre dell'orologio alta 81 metri e definita amorevolmente carillon (Glockenspiel) e si attiva tre volte al giorno: alle 11, alle 12 e nel periodo marzo-ottobre anche alle 17.
Diviso in due piani racconta i festeggiamenti per il matrimonio del duca Guglielmo V in quello alto, mentre in quello inferiore viene rievocata l'antica danza dei bottai che simula il ritorno di Monaco alla normalità dopo la peste del 1515 e durata quasi tre anni.
In pratica tutto questo si aziona separatamente in una sequenza che vede partire prima le campane che battono la nuova ora, poi parte la musica del carillon coi personaggi del piano superiore che iniziano a muoversi per tornare poi immobili e lasciar spazio all'esibizione del piano inferiore.
Qui quando questi iniziano a fermarsi, molti turisti iniziano a sfollare convinti sia tutto finito invece il gallo dorato posto alla sommità sbatte le ali, muove la testa e canta tre volte.
Non perdetelo se potete.
Alle 21 infine i piccoli bovindi ai alti del carillon si illuminano, appare una sentinella notturna che suona il corno e l'angelo che benedice il monachello (Munchner Kind) al suono di una ninna nanna.
Qui dicono che il monachello viene portato a letto ed augura la buona notte a tutta la città.
Nella piazza trovo posto anche la fontana del pesce (Fischbrunner) famosa perchè il mercoledì delle ceneri gli abitanti di Monaco sciacquano il portafoglio; è una tradizione che dicono porti bene.......noi non essendo le ceneri abbiamo sciacquato una monetina sperando porti bene lo stesso.
Poco lontano il vecchio municipio ricostruito dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale con vicino la Mariensaule, una colonna di marmo con quattro putti alla base che sorreggono una statua di bronzo dorato della Vergine Maria, patrona della Baviera e della piazza e che fu voluta per la liberazione della città dagli svedesi durante la guerra dei trent'anni.
Tentiamo l'assalto alla famosissima Hofbrauhaus ma per ben due volte (stasera e domani a pranzo) dovremo rinunciare causa pienone; indescrivibile la gente che l'affolla e che mangia e beve mentre si canta e si suona.
Pazienza, usciamo e nella birreria di fronte troviamo posto per una cenetta dividendo il tavolo abbastanza grande per la verità con una gentilissima coppia tedesca con la quale abbiamo anche in inglese conversato.
Seratina molto divertente che concludiamo rientrando in metropolitana all'area di sosta e trovando il camper con una delle due batterie di servizio in piena ebollizione.
Un elemento andato in corto con tutta probabilità l'ha messa fuori uso.
Pazienza, la smonto scollegando i morsetti e rendendoli innocui con del nastro da elettricista, metto la batteria nel garage e siamo a posto; qui abbiamo corrente elettrica e per le prossime fermate vedremo il da farsi.
Qualche segnale lo aveva dato in effetti ed ad Altotting sono scese di carica molto in fretta
obbligandomi a trovare un'area alternativa con l'elettricità.
Ceniamo, giochiamo, relax totale e tutti a nanna.................domani è l'ultimo dell'anno e ci attende una giornata di visite e passeggiate.

Giovedì 31 dicembre 2009
Di svegliarci ad un orario accettabile non se ne parla, ma non ci interessa più di tanto onestamente.
Quando siamo pronti muoviamo in direzione metropolitana, armati come sempre di digitale, zainetto ed ombrelli.
Già il tempo non è dei migliori ma ci siamo abituati e ci comportiamo proprio come i tedeschi che noncuranti delle intemperie continuano a fare tutte le loro abitudinarie cose come jogging, visite ai negozi, lavoro (beh questo è normale per la verità), ma lo fanno senza aver appresso ombrelli o altro come se il tempo non li infastidisse nemmeno o comunque non è per loro un problema.
Della serie: se piove, prima o poi smetterà!
Ormai della metro abbiam capito il funzionamento e decidiamo di scendere ad Odeonplatz (fermata prima di Marienplatz) dove potremo visitare la Residenza di Ludwig e la Chiesa di San Gaetano che sta proprio di fronte e la fermata sbuca 100 metri prima dei monumenti da visitare.
La Residenza, bellissima, consta di 130 stanze aperte al pubblico, uno splendido Teatro, la camera
del Tesoro ed i giardini reali e vanta il primato di essere tra i palazzi più grandi d'Europa ed oltretutto abitato ininterrottamente fino al 1918. Ha tre facciate e la più antica è quella che si vede uscendo dalla metro e percorrendo Residenzstrasse e si notano i due portali d'ingresso dove la Madonna della Baviera staziona incorniciata proprio sopra e dai 4 leoni in bronzo che tutti accarezzano in nome della leggenda che vuole portino fortuna.
In realtà erano accarezzati dai soldati in partenza per le guerre e si narra che accarezzarli portasse
fortuna e li facesse tornare ai loro cari.
La residenza è molto bella e merita il tempo che vogliate dedicare alla sua visita; la facciata principale copiata dal nostro Palazzo Pitti di Firenze, la Galleria degli Antenati, il cortile interno con la fontana di Perseo ed un'altro coperto interamente di conchiglie, i grandi saloni destinati alle parate in rococò come del resto la Grune Galerie ed il teatro di corte che merita un capoverso a sé.
Ci sono anche due cappelle intene, al pianterreno una ed al primo piano l'altra.
Lo scalone, sontuoso pure questo, è in stile neoclassico ed è ornato da una statua di Venere del nostro artista da Possagno, il Canova.
Sentiamo i morsi della fame e torniamo a piedi in Marienplatz dove già la prima sera avevamo notato un paio di vetrine sotto al porticato che vendeva panini ed altro.
Facciamo scorta li di materiale da aggiungere all'adipe già formatosi e non senza nostalgia lasciamo questo piccolo baretto per andare a visitare la Frauenkirchen e soprattutto siamo incuriositi dall'orma del Diavolo che però è impossibile vedere perchè l'ingresso principale è chiuso.
Trovate la leggenda che è carina davvero.
Maestosa ci avvolge con le sue navate enormi e per la sacralità che si respira al suo interno.
Moltissime persone, nel rispetto del luogo, passeggiano all'interno e osservano statue, decori, dipinti e moltissime altre opere.
Usciamo ed il famoso leggero venticello della leggenda si fa sentire; alziamo il bavero e si va avanti verso la metropolitana.
Prossima meta Olimpia park dove giungiamo con la pioggia che ha iniziato a scendere.
La torre dell'Olimpiastadion svetta a 290 metri d'altezza e ben visibile è il monumento simbolo di questo parco realizzato per le Olimpiadi del 1972.
Raggiunta troviamo il ristorante chiuso causa preparativi per il cenone, ma a noi poco importa perchè volevamo solo salire e non pranzare.
Fatti i biglietti, un ascensore veloce (velocità di salita e discesa e metri di altezza si leggono all'interno della cabina su un display) ci porta a 187 metri di altezza dove troviamo la terrazza coperta che permette la visione fin dove occhio e meteo permettono.
Da qui vedo l'area sosta per camper e ve ne sono parcheggiati molti di più rispetto a quella dove siamo parcheggiati noi e qui si è più vicini al centro.
Pochi gradini e saliamo nella terrazza aperta e proviamo l'ebbrezza del vento e del freddo a circa 190 metri d'altezza.
Duriamo poco e subito si torna sotto sempre con il medesimo ascensore usato per la salita.
Qualche foto al museo BMW ed al centro dalla caratteristica forma e poi di nuovo in metropolitana.
Sbuchiamo in Marienplatz dove la sera sta già scendendo ed in piazza capannelli di persone si stanno già formando mentre un nutrito gruppo di giovani musicisti sta concentrando un nugolo non indifferente di persone al ritmo vertiginoso e coinvolgente della canzone che noi italiani cantavamo al trionfo dei campionati del mondo di calcio a Berlino.
Anche una pattuglia di Polizei, abbassato il finestrino e sentendo il ritmo, ha iniziato meccanicamente a muovere la testa su e giù.
Vista l'ora Jenny decide che adesso non si rimanda più; si va all'Hofbrauhaus e si aspetta finchè un tavolino non si libera e possiamo sederci a cenare.
Dirlo è una cosa, farlo, un'altra; soprattutto dopo esser entrati e risucchiati nel casino generale.
Sono le sette di sera ma già ci sono persone euforiche in piena atmosfera da ultimo dell'anno.
Moltissimi gli italiani e dopo un'oretta di attesa fermi in un punto, da un tavolo alcune persone si alzano e decidono di andarsene via.
Piombiamo sulle panche come degli avvoltoi e dividiamo con due fratelli londinesi il tavolo.
Loro son al terzo litro a testa ma la portano bene; parlano un inglese perfetto che stupisce ed entusiasma Irene ed iniziamo un convivio ben augurante.
Alla cameriera che giunge poco dopo ordiniamo chiaramente un paio di pinte di birra, aranciata per Irene (ma berrà dai nostri boccali la birra che le piace tantissimo), stinco bavarese, salsiccia e patate ed arrosto di maiale con knodel.
Piatti bellissimi, originali e ricchi.
Dopo un paio d'ore, due pinte a testa, viaggi ai wc continui e sazi di cibo decidiamo di alzarci ed andarcene lasciando il posto libero per dei ragazzi italiani che aspettavano da tempo, mentre i nostri compagni londinesi, impassibili rimanevano seduti e bevevano.
Aspettano la mezzanotte o meglio aspettano un orario più consono per poi spostarsi in Marienplatz per la mezzanotte mentre noi stanchi morti preferiamo farci ancora un giro per le vie del centro di Monaco e poi con la metropolitana raggiungiamo il nostro camper.
La birra, lungo il tragitto, mette a dura prova la nostra vescica............mamma mia che pressione!!!
Verso le dieci siamo al camper e ci prepariamo con del panettone a festeggiare l'anno nuovo.
La tv ci fa compagnia ed alla mezzanotte pronti via baci ed auguri tra noi tre.
Tutti gli altri sono in centro, chi lasciando anche il cane in camper che per tre ore ha continuato a piangere e latrare senza sosta spaventato dai botti e dai festeggiamenti.
Chi ha scelto di passare il cenone alla torre dell'Olimpiastadion, deve aver goduto di uno spettacolo di fuochi sulla città meraviglioso.
Noi dal canto nostro da anni festeggiamo così, girando capitali europee e regalandoci giorni di relax e visite a posti diversi col nostro mezzo.
Esser qui da soli non ci fa molto difetto e dopo un po' siamo anche già a letto. Buon 2010.

Venerdì 1 Gennaio 2010
Fino alle 4 di mattina, quel povero cane in camper ha continuato a piangere e abbaiare disperato ed è per questo che il mattino seguente ero incuriosito e volevo vedere che faccia da c******e potesse avere il suo proprietario.
Soddisfatta la mia curiosità inizio a togliere le coperture in quanto siamo diretti a Dachau.
Il tempo è brutto e piove, ma ormai ci abbiam fatto il callo ed abbiamo imparato a fare come fanno i tedeschi e cioè la lasciamo venire senza preoccuparci e continuiamo con i nostri programmi.
Piego e metto in garage ad asciugare le coperture mentre le ragazze dentro chiudono sportelli, sistemano un po di cose che son state lasciate in giro in questi giorni di visita, tutte le attrezzature da svago e foto son cariche e siamo pronti a muovere.
La cassa automatica non accetta tagli da 50 euro, ma solo da dieci e moneta.
Siamo nella m.... o forse no dai, raccogliendo tutte le monetine e mettendoci i 10 euro di carta che avevo nel portafoglio, raggiungiamo i 30 euro chiesti per le due notti e dopo aver pagato siamo già in autostrada diretti a Dachau che dista circa 15 km.
Nessuno o meglio pochissime persone per strada.
Il campo di concentramento si manifesta davanti a noi con le classiche mura ed il filo spinato, inconfondibile.
Facciamo un giro di perlustrazione con il camper, percorrendo la cinta di mura parallela alla strada e dopo esserci girati e tornati indietro parcheggiamo nel piazzale adibito a parcheggio e che indica anche il nuovo ingresso.
Irene voleva visitare questo posto, dopo aver sentito e parlato a scuola del periodo nazista e dei campi di concentramento e sterminio, della guerra e di quanto io le ho raccontato dopo il viaggio in Normandia, del D-Day, del cimitero americano ed altro che aveva avuto modo e fortuna di vedere.
Questo è un campo di sterminio e la visione è alquanto forte.
Lascio a voi ogni considerazione; dal canto mio mi limito a dire solamente che la guerra non è mai una gran cosa e che situazioni del genere sarebbe auspicabile e preferibile non viverle più.
Tutto mette tristezza nel silenzio irreale che accompagna ogni passo e tutto testimonia il dramma che qui si è consumato.
Nella sua tragicità, tutto era perfettamente concepito dalla mente umana, tutto era reso diciamo “produttivo” con quella perfezione quasi maniacale che da sempre conosco nel popolo tedesco.
Sicuramente un capitolo della storia poco edificante, ma del quale non vogliono nascondere nulla o forse solo gli emblemi perchè la ciminiera dei forni è stata abbassata in modo che non sia visibile dalla strada o da chiunque lasciasse che il suo sguardo si perdesse nell'immensità del luogo.
Impieghiamo un paio d'ore per la visita, forse tre ma all'uscita non abbiamo tanto voglia di fare progetti.
Siamo condizionati dal fatto che una sola batteria e che non regge molto la carica ci è rimasta e nelle aree che incontriamo se proseguiamo l'allaccio elettrico non c'è, per cui, complice il poco entusiasmo che aleggia nel gruppo decidiamo di mangiare qualcosa nel parcheggio e poi iniziare a tornare verso l'Italia.
Il tempo si sta mettendo al brutto e le previsioni anche in Italia non sono delle migliori.
Ci mettiamo in moto e decidiamo che stasera saremo alla fattoria ad Ubersee per poter poi il giorno dopo visitare Aschau dove un castello ed un complesso sciistico con tanto di funivia ci può portare in quota e permetterci una giornata di relax in baita.
Alle 18.00 siamo parcheggiati ed allacciati alla 220; la signora sorride vedendoci di nuovo ed in inglese mi dice che non mi spiega nulla perchè ormai dovrei aver già imparato tutto dalla precedente occasione di sosta.
Mi faccio dare delle birre, immancabili, dei gettoni per la doccia e ci salutiamo, non prima però di lasciar Irene con loro perchè possa dare il latte ai vitellini.
Tutti e tre ci facciamo la doccia, bollente e dopo in camper per una frugale cenetta mentre i tedeschi che sono ancora ospiti della fattoria si ritrovano nella casupola di legno per giocare e chiaccherare.
Chiudiamo tutto e guardiamo un pochino la tv, Irene e Jenny stanche se ne vanno a letto.........io resisto ancora un po'.
Dopo un'oretta salgo in mansarda per coricarmi e chiudendo l'oscurante dell'oblò trovo la sorpresa: sta nevicando e per terra silenziosa e fresca ce n'è già una decina di cm. Che bello!!!!!!!!!!!!! Buonanotte

Sabato 02 Gennaio 2009
Jenny si alza.
Sono quasi le dieci e le dico di guardare fuori.
“Ohhhhhhh, Irene c'è la neve” esclama e la cucciola in un col balzo è già scesa dal matrimoniale posteriore e sta all'oblò della cucina con la mamma a guardare il manto nevoso immacolato.
Poi viene in mansarda da me, come fa sempre del resto dandomi modo di coccolarla e baciarla.
C'è tormenta ed è uno spettacolo che da anni non vedevo.
I fiocchi asciutti e grossi girano vorticosamente in balia del vento che li deposita ovunque proprio come nei film che fan vedere le tempeste di neve in Wyoming.
Non possiamo fare nulla in queste condizioni; alcuni tedeschi stan pulendo ghiaccio e neve dai loro camper e visto come si sta mettendo interpreto i loro gesti come preparativi per un fuggi fuggi generale.
Niente di più vero, dopo circa due ore siamo rimasti già in metà nell'area.
Ci manca lo zucchero e decido di andarlo a prendere al supermercato che dista un paio di km.
Irene viene con me e con lo zaino in spalla sembriamo dei pionieri alla ricerca della pietra perduta ed è veramente divertente con la cucciola passeggiare nelle stradine di campagna che prendo a mo' di scorciatoia per arrivare alla superette.
Prendiamo bibite, acqua, pane, zucchero, succhi di frutta, cioccolata da fare col latte e messo tutto nello zaino ritorniamo al camper.
Esperienza bellissima, non abbiamo potuto andare ad Aschau ma ci divertiamo anche qui ed al rientro in camper troviamo la Jenny che prepara il pranzo.
Passeremo tutto il giorno in fattoria, con la Truma che spinge a forza sette aria calda in camper e noi che giochiamo, riposiamo, mangiamo, leggiamo, guardiamo la tv fino alla sera.
Vitellini, doccia e ritiro in camper per la serata ed alle 11.00 stavolta siamo già a letto con la preoccupazione che domani, se rasserena un poco come previsto, cogliamo l'occasione e rientriamo in Italia.

Domenica 03 gennaio 2009
Alle 8.00 sono già sveglio...........si vede che le vacanze stan finendo o forse la preoccupazione del tempo che possa peggiorare mi han fatto svegliare di buon mattino con la chiara intenzione di muovere verso l'Italia.
Avevamo progettato un paio di gg a Salisburgo, peraltro già visitata, ma visto come si mettono le cose preferiamo far rotta direttamente per casa.
Preparo tutto, piego quel che è possibile, metto via tutto, spazzolo la neve dal tetto ma è tutto ghiacciato e quindi pulisco solo sotto all'antenna satellitare per permetterne la chiusura.
Candelotti di ghiaccio dappertutto e sto molto attento a non rompere nulla.
Paghiamo la signora e la ringraziamo, mentre la sua famiglia è riunita in cucina per la colazione dopo aver lavorato con gli animali nella stalla.
Arriva anche il Wohnmobilmilk o macchina del latte (il camion per la raccolta del latte) ed aspetto che finisca il suo compito prima di mettermi in moto.
Il nostro bestione va in moto subito, mi confida di avere un po' di freddo, lo accarezzo e gli dico di non preoccuparsi e che tra poche ore potrà riposare al caldo anche lui.
Partiamo e gli scenari sono mirifici con paesaggi da racconto fiabesco.
Dopo della strada normale imbocchiamo l'autostrada (sempre gratuita qui in Germania) e le strade sono pulitissime e permettono di viaggiare in sicurezza.
Veramente efficienti qui i servizi e la pulizia.
La neve non dura per molti km a testimonianza che forse la zona dove eravamo noi è stata interessata dal fenomeno che altrove si presenta molto accentuato.
Oramai siamo in strada e si va e stiamo scendendo verso l'Austria e rientreremo via Bolzano.
Un autogrill della Rosengarden bello e funzionale come sempre in Austria ci ristora con un cappuccino alle 11.30 circa e decidiamo ad Innsbruck di uscire ed arrivare a Bolzano per la normale.
Sarà un continuo susseguirsi di paesini pittoreschi con strade strettissime che han messo alla prova la capacità di guida mia e dell'autista dell'autobus di linea incrociato.
Una deliziosa gasthaus dal nome pittoresco, Wolf, ci ispira e dopo aver parcheggiato nel piazzale il camper entriamo per pranzare.
Molto carino, caldo ed accogliente e la signora con le due figlie manda avanti il tutto.
Acqua per me, aranciata per Irene e birra per Jenny con wurstel e patatine fritte, rumpsteack con patatine fritte e carne alla griglia con verdure, insalate e krtchup.
Il tutto per meno di 45 euro.
Riprendiamo il viaggio passando per la vecchia dogana italiana ora non più esistente, ed arriviamo a Bressanone dove la fortezza ci attraversa la strada e ci fermiamo velocemente a far delle foto.
L'autostrada a fianco corre veloce e decidiamo di prenderla.
Bell'affare facciamo c'è coda da Rovereto ad Affi e ci impieghiamo più di due ore a fare meno di 60 km. Che nervoso.
Proviamo ad uscire per la normale ma cadiamo dalla padella alla brace e rimontiamo in autostrada appena possibile.
Jenny chiama la sorella e decidiamo di non andare ancora a casa ma optiamo per l'area attrezata da Zia Anto' come la chiama Irene ed alle 19.30 parcheggio il camper davanti alla casa di mio cognato.
Attacco al corrente e rimarremo qui due notti.
Mangiamo assieme, noi tiriamo fuori dal camper quel che abbiamo e dividiamo, diamo loro i regali, arrivano anche le altre zie di Irene e le cugine e per due gg fanno festa tutti quanti giocando a carte anche fino a notte fonda................tanto non deve andare a scuola Irene.
Finalmente martedì 4 gennaio decidiamo di andare a casa dove svuotiamo tutto e rimessiamo per la prossima uscita.
Manca solo un gran bel lavaggio al camper che di sale ne ha visto parecchio e lo faremo giovedì mattina appena apre il lavaggio.
Poi sistemeremo batterie ed impianto e saremo pronti.
Non ho tenuto conto di km percorsi, di gasolio consumato, di spese per ingressi ed attrazioni, di cene o pranzi fatti.
Ci siamo solo tanto divertiti e rilassati, tutto è andato fortunatamente bene ed abbiamo visitato un paese che ci è piaciuto molto, ospitale ed interessante al tempo stesso.
Paese che ci vedrà presto cavalcare le sue strade nuovamente.
Camperfree
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