Visita guidata: Chiesa di Santa Maria del Parto a Mergellina. Miracolo e leggend

Visita guidata: Chiesa di Santa Maria del Parto a Mergellina. Miracolo e leggenda nel Borgo di Mergellina

Sabato 30 gennaio 2016 con l’Associazione culturale locus iste venite a scoprire quante diverse sfaccettature e declinazioni possa avere l’amore, rievocando con noi la memoria e le storie legate ad uno dei borghi più suggestivi e spettacolari della città di Napoli: Mergellina. Vi racconteremo di come in questo luogo siano riusciti straordinariamente ad intrecciarsi leggenda e realtà, e di come Mergellina da secoli continui ad essere emblema al tempo stesso dell’amore ammaliatore, dell’amore fraterno, dell’amore filiale, dell’amore peccaminoso. Ammaliatore e fatale fu l’amore tra una ninfa marina e un giovane pescatore in ricordo del quale questo luogo mutuò il proprio nome in Mergellina. Ma questa rupe un tempo lambita dal mare, su cui prospetta la cinquecentesca Chiesa di Santa Maria del Parto, fu testimone come vi narreremo  anche del legame profondo e sincero tra il re Federico d’Aragona e il poeta Jacopo Sannazaro. Un’unione suggellata dal dono del borgo di Mergellina da parte del re al Sannazaro e dall’edificazione della Chiesa di Santa Maria del Parto, custode del grandioso monumento sepolcrale del poeta che tanto amore manifestò per l’intelletto. La chiesa, come vedremo, fu costruita per volontà del celebre umanista al fine di celebrare il parto delle Vergine. Una maternità che il Sannazaro volle sublimare nel 1526 con l’opera De partu virginis in cui viene glorificata la Madre per eccellenza. Una madre disposta a sacrificare il proprio Figlio per la salvezza dell’umanità e a cui ancora oggi si rivolgono tutte le donne desiderose di avere la grazia di un figlio e le partorienti. E segno tangibile di questa secolare devozione restano all’interno della Chiesa di Santa Maria del Parto alcune figure di una cinquecentesca Natività e una statua lignea della Madonna risalente all’800. Tassello finale del nostro itinerario sarà la rievocazione dell’amore che tanto tormentò il cardinale Diomede Carafa il quale, per liberarsi dai lacci d’amore in cui l’aveva imprigionato una bellissima donna napoletana, non esitò a ricorrere addirittura ad un esorcismo ben raffigurato in una tela presente nella chiesa con San Michele nell’atto di trafiggere il diavolo. E allora sabato vi aspettiamo per raccontarvi, come scrisse Matilde Serao che “tutte le cose in Napoli, dalle pietre al cielo, sono innamorate”.