La magia del presepe vivente a Tarquinia (VT)

Commercianti, contadini, pastori, artigiani e soldati romani. E ancora la corte di re Erode, fachiri, giochi di fuoco e danze con le spade. Il Presepe Vivente di Tarquinia non è una semplice rappresentazione della Natività, ma un vero e proprio spettacolo attraverso il quale la Betlemme di 2000 anni fa prende vita nella città etrusca della Tuscia. L’appuntamento torna puntuale il 26, e 29 dicembre 2024 e il 6 gennaio 2025, dalle 17, nel quartiere medievale di San Martino, con le sue strette vie, gli archi, le torri, le chiese e gli antichi palazzetti.

Per il giorno dell’Epifania il gran finale con l’arrivo del corteo dei re magi a dorso di cammello.
A Tarquinia il presepe è la manifestazione più attesa del Natale. E non potrebbe essere altrimenti, perché per due mesi i volontari lavorano agli allestimenti e alle scenografie, degne di uno spettacolo teatrale. Anche in questa edizione un ruolo fondamentale sarà ricoperto da centinaia di figuranti, i veri protagonisti della rievocazione, che saranno al centro di scene dialogate per rendere l’evento ancora più intenso e coinvolgente.

E dal momento che il Natale si festeggia anche in tavola, i visitatori potranno assaporare una buona zuppa calda, bruschette con il prelibato olio della Tuscia, castagne e vino. Sarà poi davvero emozionante ammirare dal vivo il lavoro dei pastori intenti a mostrare le tecniche di realizzazione del formaggio.
A fare il resto sarà il centro storico di Tarquinia: da palazzo Vitelleschi, sede di uno dei più importanti musei etruschi al mondo, alla chiesa di Santa Maria in Castello; dal convento di San Francesco al palazzetto di Santo Spirito; dal palazzo comunale a palazzo Bruschi, sede della biblioteca “Vincenzo Cardarelli”, fino agli angoli meno noti come le isolate e suggestive chiese di San Giacomo e del Salvatore. Sarà insomma l’occasione per ammirare uno degli spettacoli sulla Natività più affascinanti del Centro Italia e per scoprire Tarquinia, nota per le sue origini etrusche e per la necropoli dei Monterozzi con le sue tombe dipinte dichiarate dall’Unesco patrimonio dell’Umanità.

Fonte: FuoriPorta
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