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Messaggio Da Camperfree Lun 05 Dic 2011, 11:07

Gargano e Salento

Autore Davide Fulcheri

22 luglio 11 agosto 2009

INIZIANO LE FERIEEEE… Alla fine anche quest’anno ce l’abbiamo fatta. Sono arrivate le vacanze… Per la prima volta le facciamo in camper. La meta stabilita è la Puglia. Dopo mesi di ricerche su internet per scoprire quali posti visitare e quale campeggio fosse meglio, è finalmente giunta l’ora della partenza. Esco dal’ufficio con un’ora di anticipo per cercare di partire prima possibile. Il camper ovviamente erano giorni che lo stavamo rimpinzando di ogni cosa. Non restava che salirci sopra e guidare fino a che il sonno non ci avrebbe fermato. Alle 16.45 siamo pronti.
Programmato il TOMTOM con la meta predestinata per la nostra prima settimana: Baia di Manaccora. Il villaggio mi era stato consigliato da un collega che lo aveva frequentato per diversi anni. Alle 20.30 i morsi della fame si fanno irrefrenabili e così decidiamo di fermarci in un autogrill nei pressi di Castel San Pietro, vicino a Bologna. Mezz’ora dopo di nuovo in marcia. A mezzanotte nelle vicinanze di Pescara però proprio non ce la facciamo più. Ci fermiamo di nuovo in un autogrill per qualche ora di sonno in modo da poter poi ripartire il mattino seguente un po’ meno rintronati!!!
Alle 6.00 suona la sveglia e mi rimetto subito in marcia prima che anche gli altri si sveglino. Da questo punto in avanti il paesaggio diventa molto più caratteristico. Gli scorci sul mare non mancano ed alcuni sono veramente carini.
Qualche breve sosta per una foto ricordo e poi via.
Alle 9.00 ci siamo. Abbiamo finalmente raggiunto il campeggio. Il mio più grosso timore, era che fosse pieno. Invece con grande sorpresa il signore addetto all’accoglienza, ci ha anche concesso di andare a fare un sopraluogo in modo da poter scegliere la piazzola che più ci piaceva. Non è che ce ne fossero moltissime libere, ma siamo riusciti ugualmente a sistemarci in un posto molto carino.
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Il bello di questo campeggio, è che è direttamente sul mare. Avevamo il camper piazzato a non più di 20 metri dalla spiaggia. Abbiamo avuto anche la fortuna di avere proprio a fianco la colonnina con l’acqua potabile. Nella tariffa giornaliera del campeggio inoltre erano compresi un ombrellone, una sdraio ed un lettino sulla spiaggia. Cosa si poteva volere di più??? Abbiamo sistemato il camper alla veloce e siamo subito andati a farci un giro in spiaggia. Non ne potevamo più di vedere il mare solo dal camper senza poterci fare un bel tuffo rinfrescante. Era tutto come me lo aveva descritto il mio collega. C’era la spiaggia sabbiosa, il mare verde e trasparente, un minimarket, l’edicola, il ristorante con il “take away”, la piscina (un po’ lontana dalla nostra piazzola, ma del resto con un mare così…), l’arena per l’intrattenimento serale dei bambini. Insomma tutto quello che ti poteva servire. Questo campeggio ha purtroppo una brutta storia. Due anni fa prese fuoco durante un’estate bruciando completamente. C’erano dei signori presenti al momento del disastro che raccontavano l’esperienza vissuta. Una tragedia. Per arrivare al campeggio dalla strada principale, c’è un’unica stradina. Le fiamme iniziarono proprio da lì e così rimasero tutti imprigionati all’interno della spiaggia, che a sua volta è racchiusa da due scogliere che la cingono fino in mare. Da lì videro tutto andare a fuoco. Compresi i propri camper.
Dicevano che era come essere in guerra sotto i bombardamenti. Si sentivano saltare in aria le bombole del gas dei vari camper, una dopo l’altra. Ogni bombola che esplodeva, davi inizio a nuovi roghi con le proprie schegge infiammate. In pochi minuti tutto il campeggio era un unico grosso incendio. Dovette venire la guardia costiera a recuperare le persone oramai intrappolate sulla spiaggia. La protezione civile aiutò tutte queste persone a rientrare a casa. C’erano infatti anche molti stranieri che oramai avevano perso tutto quello che avevano. Documenti, soldi, vestiti. Una disastro.

I primi due giorni sono stati caldissimi. Un caldo mai provato. Non si sapeva dove stare. Nemmeno all’ombra si riusciva a trovare un pochino di refrigerio. L’unico posto dove si stava bene era in acqua. Ma alle due del pomeriggio era impensabile far stare i bambini in mare. Nel camper poi nemmeno a parlarne. Sul termometro interno si sono toccati i 38 gradi. Come già detto, gli unici momenti di fresco, li avevamo il mattino quando si andava in spiaggia e nel tardo pomeriggio, quando si riusciva a mettere fuori la testa.
La sera del 24, abbiamo preso la navetta del campeggio (12€) e siamo andati a visitare Peschici. Alle 22.00 un termometro appeso fuori da un negozio del centro storico, segnava 35°. Una cosa mai vista. Eravamo continuamente attaccati alla bottiglia dell’acqua. Si sudava anche a stare fermi.
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Il paesino è molto carino. Dall’alto si può godere di una vista panoramica mozzafiato. È piena di viuzze strette strette che passano in mezzo a queste casine bianche arrampicate lungo una strada in salita con mille scalini. Abbiamo visitato il piccolo castello arroccato in cima al paese, adesso sede di un museo delle torture (10€). I bambini erano entusiasti!!! C’erano tutte le macchine che l’uomo ha inventato nel passato per infliggere torture.
Non c’è che dire… quando l’uomo si impegna, è in grado di inventare cose veramente “funzionali”!!! A mezzanotte avevamo la navetta che ci aspettava per rientrare in campeggio.
Abbiamo anche colto l’occasione per fare un po’ di provviste. I vari negozietti che si trovavano lungo le vie, vendevano frutta a verdura a prezzi molto più convenienti di quelli del minimarket del campeggio. Così abbiamo fatto man bassa.
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Nei giorni successivi purtroppo si è alzato un vento fortissimo che non permetteva quasi di stare all’aperto. In spiaggia c’era sabbia che volava, ed al camper abbiamo dovuto chiudere la veranda per paura che venisse strappata via. Ad alcuni camper incustoditi più in riva al mare, il vento la sollevava di 50 cm. Avevamo in programma di andare a fare la visita delle isole Tremiti, ed il giro in barca per vedere le grotte, ma niente, il vento non smetteva. Così il 28 luglio stanchi di non poter fare molto e visto anche che il nostro programma era ancora pieno di cose da fare, abbiamo deciso di ripartire per spingerci un po’ più nell’entroterra.
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La prima meta era Castel del Monte, nelle vicinanze di Andria. Per arrivarci abbiamo percorso una strada panoramica lungo la costa del Gargano. Uno spettacolo. Gli scorci che si godevano, erano da perdere il fiato. Ci siamo fermati alcuni minuti a Vieste per un giro veloce e poi via in direzione Andria.
Alle 15.30 siano finalmente arrivati al parcheggio del castello (6€). Da qui una navetta (compresa nel biglietto del parcheggio) ti porta su fino all’ingresso. Il castello è stato da poco restaurato.

Al suo interno è completamente spoglio. Non si è mai ben capito a che cosa servisse in realtà. Si dice che la sua costruzione fosse legata agli studi di magie ed astrologia a cui il Re Federico II era molto interessato. Il biglietto per il suo ingresso è basso. 3€ gli adulti (1.5€ i ridotti) ed i bambini sotto i 12 anni entrano gratis. La sua caratteristica principale è la base ottagonale su cui è stato costruito. Il numero otto si ripete nei lati del cortile interno e nelle torri. È fatto su due piani, ma tutti i saloni sono completamente vuoti. Una ripida scala a chiocciola ti porta al piano superiore, gemello del piano terra.
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Una volta terminata la visita (17.30) e ristorato i bambini con un bel gelato, riprendiamo il camper per Alberobello. A Peschici un signore conosciuto a Baia di Manaccora, ci aveva parlato molto bene di un campeggio poco al di fuori del paese, ma molto tranquillo e servito da navetta. Il Camping dei Trulli. Programmato il TOMTOM… e via, di nuovo in marcia. Abbiamo avuto un po’ di problemi per riuscire a trovare il campeggio, perché non era inserito tra i POI del navigatore e così una volta arrivati ad Alberobello, abbiamo iniziato a cercarlo girovagando qua e là con il camper. Idea non proprio felice, perché ci siamo andati ad infilare proprio nel mezzo del paese. Alla fine abbiamo telefonato al campeggio per avere istruzioni più dettagliate ed alle 19.30, dopo 330 km (da Peschici) siamo arrivati. Il campeggio era veramente tranquillo. Forse perché eravamo in pochi, 4 o 5 famiglie in tutto, ma aveva proprio tutto quello che ti serviva. La navetta che ti portava ovunque volevi, la piscina e le torrette per rifornire il camper dell’acqua sparse ovunque in tutto il campeggio. Anche qui abbiamo potuto scegliere dove metterci, anche perché era praticamente vuoto. La sera l’abbiamo trascorsa a riposarci, anche perché il programma per il giorno successivo era piuttosto pieno, così abbiamo cercato di recuperare il più possibile le energie.
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Il giorno dopo (29 luglio) siamo andati a visitare le grotte di Castellana. La partenza era programmata per le 17.00, così al mattino abbiamo potuto sfogarci ma sopratutto rilassarci nell’invitante piscina. Abbiamo deciso di lasciare stare fermo il camper ed usufruire della navetta che per 25€ ci ha portato a visitare le grotte che distano 15 km dal campeggio. Le grotte di Castellana, sono le più grandi d’Italia. Il biglietto è di 15€ per gli adulti e 12€ per i bambini. Quelli al di sotto dei 5 anni non pagano. Ci sono 2 itinerari da poter scegliere. Uno corto ed uno più lungo che arriva fino al fondo e ti consente di vedere la grotta bianca. La peculiarità di queste grotte. Prendiamo il biglietto per l’itinerario più lungo. 1.5 km per raggiungere il fondo (la grotta bianca) e 1.5 km per ritornare fuori. L’intero percorso dura 1h e 45’. Purtroppo l’interno delle grotte non può essere fotografato, fatta eccezione della prima parte, dove è concesso fotografare le prime stalattiti e stalagmiti che si trovano appese alle rocce sopra la nostra testa. La visita è veramente suggestiva e ne vale la pena. I bambini hanno retto piuttosto bene, anche perché la guida era comunque in grado di raccontare storie su tutte le rocce che incontravamo lungo il percorso in modo da attirare così la loro attenzione.
Terminata la visita, abbiamo chiamato il signore della navetta che ci è venuto a prendere per riportarci al campeggio. Qui i bambini hanno potuto dare sfogo alle ultime energie nei giardinetti. Il giorno seguente, più o meno si è svolto nello stesso modo, solo che questa volta il pomeriggio l’abbiamo trascorso ad Alberobello. La navetta questa volta era gratuita, così alla 16.00 siamo partiti alla scoperta dei fantomatici trulli. Il pomeriggio non era proprio dei più freschi, ma si sa che in questa stagione questa è la temperatura “normale”.
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Così muniti di più bottiglie d’acqua siamo partiti per il paese. Una visita speciale merita il trullo sovrano (1.5€ gli adulti e 1€ i bambini).
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L’unico trullo originale costruito su due piani. Alla sera abbiamo fatto cena in paese con dei tranci di pizza ed alle 20.30 è arrivata la navetta che ci ha riportato al campeggio. Il mattino seguente era giunta l’ora della partenza. Il Camping dei Trulli alla fine si è rivelato un’ottima scelta. La disponibilità del personale era veramente senza eguali ed il prezzo, nonostante fosse alta stagione, era molto inferiore ad altri campeggi concorrenti.

Il giorno 31 luglio, alle 11.00 partiamo per il Salento. Prima però ci fermiamo in un supermercato che avevamo visto dalla navetta durante le varie escursioni. Non essendoci un minimarket all’interno del campeggio, avevamo dato fondo alle nostre provviste ed adesso dovevamo riempire di nuovo il frigorifero.
La meta non era stabilita del tutto. Volevamo andare a Riva di Ugento, ma ci avevano parlato del pre-campeggio che bisogna farsi (anche di qualche giorno) nell’unico campeggio che c’è, e non ne avevamo molta voglia. Così come prima meta, puntiamo Gallipoli (150 km), ci avevano parlato bene di un altro campeggio, La Vecchia Torre. Arriviamo verso le 14.00. Ci dicono che posto ce n’è, però bisogna aspettare le 16.00 perchè finisca l’ora del silenzio in modo da potersi sistemare in piazzola. A questo punto visto che tanto dovevamo aspettare, decidiamo di andare a vedere com’è la situazione a Riva di Ugento.
Tanto dista solo 30 km da Gallipoli. Ci armiamo di coraggio e ripartiamo. La strada è molto scorrevole e forse vista anche l’ora, non è per niente frequentata. In 30 minuti arriviamo. La sorpresa però è meno gradita della precedente. Qui il campeggio invece è COMPLETAMENTE pieno. Non solo, anche l’area preposta per il pre-campeggio, è stracolma di camper e roulotte in attesa di essere sistemati nel campeggio. Ci facciamo ugualmente coraggio ed andiamo a chiedere informazioni all’ingresso. Il nostro numero era l’88!!! Avevamo cioè 88 camper, roulotte o tende che dovevano essere sistemati prima che arrivasse il nostro turno. Inoltre ci avvisano che i posti all’ombra sono praticamente esauriti e rimangono solamente le piazzole al sole. In pratica voleva dire che avremo dovuto aspettare fuori (non so bene nemmeno dove visto che anche il parcheggio era completo) dal campeggio per tutto il resto della giornata e probabilmente anche di quella successiva. A quel punto con il pianto nel cuore, abbiamo ripreso la strada per Gallipoli e siamo tornati al camping La Vecchia Torre. La piazzola questa volta non è stato possibile sceglierla, ti viene assegnata di ufficio. Lo spazio è enorme e così ci allarghiamo a più non posso. Scarichiamo alla bene meglio il camper e poi ci buttiamo in spiaggia.
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Non ne potevamo più del caldo opprimente. La spiaggietta, non è enorme come quella di Peschici, ma in compenso il mare è più colorato e, sorpresa… ci sono un mucchio di pesciolini che nuotano in mezzo alla gente. I bambini infilano la maschera e si buttano a mare.
Dopo un paio di sere passate nel completo ozio, decidiamo di andare a visitare la città di Gallipoli con la navetta (4.5€). Partenza alle 19.00 con cena in pizzeria. La città è molto più grossa di Peschici.
Ha una parte nuova ed una antica, unite tra di loro da un ponte. La parte storica ovviamente è quella più bella da visitare, e così ci dirigiamo subito li.
Dopo un breve giretto, siamo costretti a fermarci perché i bambini sono affamati. Poco male, con la pancia piena si ragiona meglio. Così cerchiamo una pizzeria per pacare i lamenti dei bimbi. Tutto sommato è stata la nostra fortuna, perché pochi minuti più tardi sarebbe diventato impossibile riuscire a trovare un posto a tavola.
Lo dimostra il fatto che alcuni amici conosciuti prima in campeggio, hanno dovuto aspettare che noi finissimo di mangiare per riuscire a sedersi e cenare.
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Finita la pizza riprendiamo il nostro tour turistico per cercare di scovare tutti gli scorci più belli che la città poteva offrire. Le fotografie non si contano. I posti sono talmente belli che è meglio fare una foto in più che una in meno. Alle 23.00 ritorniamo al punto d’incontro con la navetta che ci riporta al campeggio esausti ma soddisfatti dei posti visti.
I giorni successivi, li abbiamo praticamente sempre passati in compagnia delle altre due famiglie che avevamo incontrato a Gallipoli la sera precedente. Siamo subito entrati in sintonia, anche perché a loro volta avevano una coppia di bambini, così tutti insieme si facevano compagnia.
Eravamo diventanti come una grande famiglia. C’era Simona e Fabio con il maschietto Nicolò e la bimba (la più piccina del gruppo) Rebecca. Poi Monia e Gianluca con i loro due maschietti Leonardo e Lorenzo, i più grandi e più giudiziosi che mettevano sempre tutti d’accordo.
Le gite in plein air, servono anche a questo. Conoscere nuove persone per condividere con loro giornate indimenticabili. Tutti quanti abbiamo sposato in pieno questo stile di vita, così non abbiamo fatto fatica a legare. Il giorno lo si passava ad oziare in spiaggia, mentre la sera si facevano lunghe tavolate dove si cucinava e mangiava l’impossibile. Si passava il tempo in allegria parlando del più e del meno fino a tarda sera quando i bambini non ce la facevano più e si addormentavano non appena toccavano il letto.

Il 6 agosto, d’accordo con un mio collega di lavoro (Raffaele) originario di Brindisi, siamo andati a pranzo a casa sua dai suoi genitori. A mezzogiorno è venuto a prenderci al campeggio per portarci a Brindisi (60 km). Abbiamo potuto in questo modo assaggiare la tipica cucina pugliese. Finita l’abbuffata, ci ha portato a vedere la città in modo da poter smaltire la spropositata quantità di cibo ingurgitato. Alla sera poi i bambini ed io siamo tornati al campeggio, mentre Anna è ancora andata con Raffaele che si trovava con altri nostri amici a visitare Lecce. I bambini dopo la scarpinata del pomeriggio non ne potevano più.
L’unica cosa che volevano, era andare al mare e giocare con i nuovi amici conosciuti.
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Il 7 agosto abbiamo deciso di andare tutti quanti a vedere la famosa spiaggia di Punta della Suina. Alle 10.00, la navetta ci ha accompagnato fino all’inizio della pineta (20€). Purtroppo quel giorno il mare era molto mosso, e così non abbiamo potuto ammirare la baia nella sue condizioni migliori. Non era così trasparente come lo avevamo visto nelle fotografie sulle riviste. La compagnia però era piacevole, così la giornata è trascorsa in scioltezza divertendo tutti, grandi e piccini. Pensare che per poter ammirare in tutto il suo splendore la fantomatica Baia, abbiamo addirittura fatto ritardare la partenza a Monia e Gianluca che avrebbero dovuto partire qualche giorno prima.
Pazienza, alla fine anche loro sono stati ugualmente contenti.
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Purtroppo però i giorni stavano terminando un po’ per tutti. Così abbiamo deciso di partire tutti insieme lunedì 10 agosto, lasciando che il caos del week end si placasse. Noi tornavamo a casa, mentre i nostri amici proseguivano la loro vacanza. Monia e Gianluca si dirigevano verso Santa Maria di Leuca per risalire verso Otranto e rientrare poi per fine settimana a casa. Simona e Fabio invece si sarebbero diretti nel Gargano per finire li le loro vacanze.
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Abbiamo caricato il camper già alla sera in modo da non aver tutto da fare la mattina della partenza. Abbiamo lasciato fuori solo il minimo indispensabile. La mattina sveglia presto intorno alle 8.00 in modo da assolvere ancora le poche incombenze che rimanevano. Abbiamo fatto colazione tutti insieme al bar del campeggio per salutarci, con la promessa di rivederci magari per un’altra avventura come questa. Non c’è dubbio quando la compagnia è bella, qualsiasi avventura diventa indimenticabile.
Il rientro è andato in scioltezza. Ci siamo fermati a San Benedetto del Tronto a salutare alcuni amici di Anna per due ore, e alle 19.00 siamo ripartiti con l’intento di arrivare fino a casa in tarda serata. A mezzanotte però ero cotto. E nonostante mancassero solo pochi chilometri, ci siamo fermati in un autogrill nelle vicinanze di Piacenza per dormire alcune ore. Alle 5.00 siamo ripartiti e due ore dopo eravamo finalmente a casa.
Una vacanza indimenticabile. Per essere stata la nostra prima lunga vacanza in camper (20 giorni) non c’è che dire; un successone.
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